All’antica. Una maniera di esistere
I libri continuano ad essere gli strumenti migliori per dare il giusto valore alle parole che usiamo e per prendercene cura con tutta l’attenzione che si meritano. Ce ne sono alcuni che dichiarano questo intento già nel titolo e nelle radici filosofiche da cui partono, alimentandosi però anche di arte e di poesia. È questo il caso di All’antica. Una maniera di esistere di Duccio Demetrio.
L’AUTORE
Duccio Demetrio ha insegnato Filosofia dell’educazione e Teorie e pratiche della scrittura all’Università degli studi di Milano Bicocca. Fondatore della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari e dell’Accademia del Silenzio, è stato direttore della rivista Adultità e attualmente dirige il Centro Nazionale Ricerche e Studi Autobiografici “Athe Gracci”. Tra i suoi scritti più noti, pubblicati da Cortina: Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé (1996); Autoanalisi per non pazienti. Inquietudine e scrittura di sé (2003); Filosofia del camminare. Esercizi di meditazione mediterranea (2005); La scrittura clinica. Consulenza autobiografica e fragilità esistenziali (2008); Perché amiamo scrivere. Filosofia e miti di una passione (2011). La sua più recente opera è All’Antica. Una maniera di esistere (2021).
LA TRAMA
Il saggio propone un’articolata e molto accurata riflessione sull’universo di senso evocato dalla parola “antico” e dall’immagine che da questa si è cristallizzata nell’espressione “essere all’antica”. Qualità morale un tempo, come già annotava Giacomo Leopardi, mantenere un atteggiamento “all’antica” equivale oggi, come minimo, a non saper stare “al passo con i tempi”. Ma non si può vivere di solo presente: nelle storie personali e altrui sono conservati valori imprescindibili che possono aiutarci a controbilanciare gli eccessi di una società sempre più “liquida”. Perché, come afferma l’autore, “la coscienza del passato è un privilegio”.
DA NOTARE
Il libro, elegante brossura con copertina rigida e sovracoperta, contiene ventisei immagini di dipinti di diverse scuole novecentesche, scelte da Demetrio non come “controcanto discreto” alle parole, ma “per il silenzio che le avvolge e annunciano”. Una dimensione interiore che consente all’autore, maestro di memoria e di scrittura, di riconnettersi con il proprio passato per ritrovare immagini e accogliere domande da riportare alla realtà del presente. Nella scrittura avvolgente, in prevalenza paratattica, il tono argomentativo proprio del filosofo si fonde con una narrazione di impronta poetica, arricchita da diversi frammenti autobiografici e dalle suggestioni offerte dai numerosi rimandi ad autori di ieri e di oggi. “All’antica” è un’occasione per riflettere sul presente, per permetterci di parlare e scrivere di noi. Una maniera di esistere che offre rimedi contro gli eccessi di un mal interpretato “carpe diem”, a tutto vantaggio di chi crede nel valore dell’autoeducazione permanente.
INCIPIT
Ricordo molto bene la prima lezione di storia in quarta ginnasio.
Il professore ci disse in tono solenne, sillabando la frase e con una tale perentorietà da non ammettere repliche:
“La – sto – ria – non – si – fa – con – i – se!”
Da incauto qual ero, vincendo la timidezza, alzai la mano e chiesi: “Ma nemmeno con i come se?”.
Il responso non si fece attendere, tranchant e caustico: “Caro signore” a quei tempi, al liceo Giosuè Carducci di Milano c’era ancora qualche docente che non si rivolgeva a noi con il tu “il classico non fa per lei: le consiglierei l’artistico”; e mi venne così inibito ogni sogno di far carriera in campo storiografico.
Questa recensione è stata scritta da Roberto Scanarotti, giornalista e scrittore.
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