Bibliografia: che cosa significa?

Bibliografia è tutto ciò che si riferisce all’indicazione e alla catalogazione di un libro. In sostanza, può definirsi la disciplina che studia come ricercare, descrivere e classificare testi allo scopo di produrre repertori utili allo svolgimento di un lavoro di natura intellettuale.

Ma con il termine bibliografia si intende anche un elenco di testi relativi a un determinato argomento che vengono citati come fonti di riferimento e di approfondimento dei temi trattati, ad esempio nella saggistica.

Il concetto di bibliografia risale ai manoscritti medievali, nei quali venivano descritte e raccolte le opere degli scrittori dell’antichità; sembra però che la prima apparizione del termine sia da attribuire a Gabriel Naudé, scrittore e bibliotecario parigino, in un testo del 1633 intitolato, appunto, Bibliografia poilitica.

In precedenza infatti il termine biblioteca veniva utilizzato in riferimento sia alla raccolta fisica di libri che alla descrizione ed elencazione dei libri stessi. Sembra quindi che la distinzione tra le due sia diventata sempre più necessaria con il diffondersi della stampa e con la circolazione dei libri al di fuori delle biblioteche, per cui la raccolta di libri in senso fisico e figurato ha richiesto una separazione anche a livello linguistico.

 

Perché serve la bibliografia?

La bibliografia intesa come parte di un testo è un elemento importante e significativo soprattutto nella saggistica e nella letteratura scientifica, dove ha la funzione di conferire credibilità e autorevolezza a quanto esposto grazie a richiami espliciti alla letteratura precedente sull’argomento.

Esistono poi bibliografie “tematiche”, verticali su un oggetto di studio, che sono un riferimento per chiunque voglia elaborare una nuova teoria o analisi su quell’argomento. Per esempio, uno studioso che voglia scrivere un testo rilevante a livello accademico su Leopardi dovrà conoscere la bibliografia esistente sul personaggio e la sua opera, riferirsi e nello stesso tempo distanziarsi da quella, aggiungendo nuove elaborazioni personali, per poter successivamente rientrare con la propria pubblicazione nella bibliografia esistente e riconosciuta sul tema.

Per riassumere: la bibliografia intesa come elenco di riferimenti a libri già pubblicati (o fonti equivalenti come articoli, siti autorevoli, tesi di laurea) serve a chi legge per sapere quali sono state le precedenti pubblicazioni su un argomento e su quali studi già esistenti basa le proprie teorie un autore; a chi scrive per potersi basare sulle pubblicazioni esistenti e portare il proprio pensiero oltre quanto è già stato scritto, aggiungendo valore intellettuale in un determinato ambito scientifico.

La bibliografia intesa come scienza e disciplina è finalizzata a mantenere credibilità e rigore nel modo in cui le opere intellettuali sono classificate, per consentire nel tempo di tenere traccia dei testi pubblicati su un tema e distinguere le fonti che hanno valore scientifico da quelle che non lo hanno, come base di un vero progresso intellettuale.

 

Quali dati devono comparire nella bibliografia

Anche se esistono diverse modalità di comporre una bibliografia, ci sono alcune informazioni che non possono mancare e che variano a seconda del tipo di testo citato.

Nel caso di un libro, si indicano autore (o autori), titolo, luogo e data di pubblicazione, casa editrice; se si tratta di testi tradotti da un’altra lingua, è prassi comune anche segnalare il nome del traduttore. Per quanto riguarda gli e-book, inoltre, è opportuno specificare il formato.

Per gli articoli pubblicati su una rivista scientifica, oltre all’autore e al titolo si include anche il nome, il numero e l’anno della rivista.

Infine, se la nostra fonte è un articolo di giornale, si riportano autore, titolo, nome della testata e data di pubblicazione e, per la stampa online, si aggiunge l’URL o il database consultato.

 

 

Come si scrive la bibliografia

Nei libri, l’ordine in cui si inseriscono i dati necessari alla stesura di una bibliografia è:

  1. Cognome e Nome dell’autore, di solito col cognome scritto per intero e il nome solo con l’iniziale puntata; la lista degli autori deve essere compilata in ordine alfabetico per cognome. La stessa regola deve essere seguita per quei titoli in cui l’autore è più di uno.
  2. Il secondo elemento della bibliografia è il titolo dell’opera, scritto in corsivo, e separato dall’eventuale sottotitolo dal punto.
  3. Va poi inserita la città di pubblicazione.
  4. Segue la casa editrice che ha pubblicato l’opera.
  5. L’ultimo dato è l’anno di pubblicazione del libro citato.

È piuttosto diffusa anche la variante con città al 4° posto dopo l’editore (vedi esempi riportati nel capitolo successivo).

Nel caso di un articolo pubblicato su una rivista, rimangono invariati l’ordine del nome e del titolo, a cui seguono:

  1. Titolo della rivista preceduto da “in”.
  2. Anno di pubblicazione indicato con “a.” e in numeri romani e il numero della rivista in caratteri arabi.
  3. Data di pubblicazione.

Quando ad essere citati sono articoli di giornale si procede con:

  1. Autore articolo (cognome e nome, a volte il nome è puntato).
  2. Titolo dell’articolo (in corsivo e in genere fra virgolette).
  3. Nome della testata (in corsivo).
  4. Data di pubblicazione.
  5. In caso di stampa online si aggiunge il link all’articolo o il database consultato.

 

Alcuni esempi di editori

Al di là di queste regole generali, occorre tenere presente che la modalità di scrivere una bibliografia può leggermente variare a seconda del settore di riferimento dell’opera e della casa editrice, quindi è sempre bene verificare le regole in uso nelle diverse discipline e attenersi alle indicazioni che ci vengono fornite dall’editore in fase di pubblicazione.

Inoltre, una volta scelto il modo di procedere, è essenziale mantenerlo costante per tutti i testi citati.

Per concludere questa panoramica nel mondo della bibliografia, può essere utile riportare qualche caso concreto. Di seguito cinque esempi di riferimenti bibliografici tratti da alcune delle più note case editrici italiane:

Einaudi

  1. Tainter, The Collapse of Complex Societies, Cambridge University Press, Cambridge 1988.

(In Diamond J., Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Einaudi, Torino 2005).

 

Mondadori

Roland Barthes, La camera chiara, traduzione di Renzo Guidieri, Einaudi, Torino 1980.

(In Calvino I., Lezioni Americane, Mondadori, Milano 2016).

 

Bollati Boringhieri

Zolo Danilo (a cura di), L’alternativa mediterranea, Feltrinelli, Milano 2007.

(In Latouche S., Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri, Torino 2011).

Hoepli

Negroponte N., Essere digitali, Milano, Sperling & Kupfer, 1995.

(In Guadagni P., De Tommaso V., Il nuovo potere dei consumatori sul web, Hoepli, Milano 2007)

Il Mulino

Bandini T. et al. [1991], Criminologia, Milano, Giuffrè.

(In Bagnasco A., Barbagli M., Cavalli A., Elementi di sociologia, Il Mulino, Bologna 2004)

 

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