Il corso editor e ghostwriter: l’emozione dell’inizio
Sono trascorsi otto mesi, e ancora avverto le farfalle nello stomaco. Quel sabato mattina di fine inverno, ero riuscita a trangugiare soltanto un tè. Il computer era collegato via zoom e di lì a poco avrebbe avuto inizio il corso di alta formazione per Editor&Ghostwriter di Alessandra Perotti.
Mi sentivo addosso un’euforia incosciente, come se mi fossi appena imbarcata in un viaggio last-minute. In realtà, avevo cercato quel corso con il lanternino nel web, pregustandolo dal momento in cui avevo fornito la mia adesione.
Sedevo davanti allo schermo, colma di attese e ignara di aver appena aperto la mia finestra su un mondo complesso e affascinante: la fucina di specialisti che nell’ombra confezionano e rifiniscono con cura le opere editoriali.
Cosa fanno l’editor e il ghostwriter?
Prima di addentrarmi nella descrizione del corso, vorrei illustrare nel dettaglio in che cosa consistono le professioni di editor e di ghostwriter. Premetto di avere trovato quest’ultima, sulle prime, bizzarra e allo stesso tempo difficile da assimilare. Nel ghostwriting si tratta di immedesimarsi in un personaggio, un po’ come in una prova attoriale, ma da svolgere per iscritto. Le lezioni di approfondimento mi hanno tuttavia chiarito che si trattava di una resistenza personale e che avevo bisogno di sentirmi convalidata in una specialità così singolare e tuttora controversa per via di implicazioni etiche non ancora risolte.
Il sopravvento della tecnologia e l’automatizzazione di gran parte delle attività umane non hanno obliterato il valore del pensiero scritto, ritornato in auge soprattutto in tempi recenti. La scrittura, in quanto elemento pregnante dell’abilità comunicativa, rientra infatti tra le competenze trasversali necessarie per proporsi nell’attuale mercato del lavoro e consolidare la propria presenza mediante la creazione di un brand personale. In questa tendenza, si sono inserite con naturalezza le figure professionali dell’editor e del ghostwriter, l’una a volte intersecata nell’altra.
Ghostwriter
Malgrado se ne parli da qualche tempo, il ghostwriter resta una figura misteriosa, come in fondo dice il suo nome: scrittore fantasma o nell’ombra. Eppure, è proprio grazie alle sue competenze scrittorie che il pubblico di lettori può curiosare nella vita e nel pensiero di celebrità e personaggi pubblici, i quali per mancanza di tempo o scarsa dimestichezza con la penna, affidano ad altri la stesura del proprio progetto editoriale. Rimaneggiando il materiale e le fonti ricevute, il ghostwriter redige romanzi, racconti e biografie, impostandoli sull’idea del committente, ma restando invisibile, cioè rinunciando ai diritti intellettuali e commerciali sugli elaborati. Cura inoltre contenuti testuali per i professionisti impegnati in attività di marketing: siti e blog di aziende, manualistica, discorsi e campagne di lead generation. Per queste ultime, prepara testi di valore, i cosiddetti lead magnet – ebook, brochure, webinar, podcast – volti ad attirare e fidelizzare la clientela. Si occupa inoltre di redigere articoli per il web e in questo caso, è anche detto copywriter o articolista.
Editor
È invece uscito dall’anonimato l’editor, tanto da guadagnarsi la menzione nel colophon, una sorta di rivendicazione di parte della paternità sulla realizzazione dell’opera. L’editor lavora sui testi a più livelli, in modo da renderli adatti alla pubblicazione. Con precisione mentale attitudinale, scova errori e incongruenze nella trama e nella costruzione dei personaggi. Controlla tenuta e solidità dei contenuti e la disposizione logica e coerente di temi e argomenti. Analizza l’impostazione di voce, tono e ritmo. Migliora l’espressività, sottoponendo il fraseggio a un’accurata verifica per quanto attiene grammatica, lessico e sintassi. Cura la forma e la fluidità dei periodi, valutando anche la punteggiatura e la sua aderenza a specifiche norme editoriali. In definitiva, eseguendo un lavoro meticoloso, migliora il testo di partenza e lo porta a un livello di naturalezza e fruibilità tale che possa realizzarsi il tacito e imprescindibile patto narrativo tra opera e lettore.
In una comunicazione efficace, tuttavia, non rientrano soltanto le tecniche e le regole di scrittura. Un aspetto rilevante è rappresentato dal pensiero creativo: l’editor e il ghostwriter affiancano l’autore, suggerendo stili, strategie e alternative per elaborare i contenuti, in modo da valorizzarli. Di questo tratterò più avanti nello specifico.
La selezione attenta del candidato
Dalla pubblicazione del programma, il corso Editor&Ghostwriter si presentava accattivante: mi ispirava fiducia e stimolava il desiderio di conoscere caratteristiche e peculiarità di queste due professioni. La fase di selezione è stata resa più significativa da uno spazio dedicato, un colloquio individuale conoscitivo con la docente Alessandra Perotti, che mi ha consentito di chiarire i dubbi residui. Dopo la compilazione di un questionario motivazionale e l’esecuzione di due prove – redazione di un articolo a piacere e revisione di un testo (già una prima opportunità per misurare me stessa) – è stata costituita una classe di undici allievi. Il numero ristretto di partecipanti si è rivelato favorevole per il mio apprendimento e ha agevolato la possibilità di ciascun corsista di attingere dagli interventi altrui.
Un programma didattico articolato
La consistenza dell’edizione 2021 è stata evidenziata dall’offerta a tutto campo di contenuti teorici e pratici, con accento sull’alta formazione:
- il corso è stato strutturato in ventinove incontri, calendarizzati e distribuiti nell’arco di sei mesi, da marzo a settembre;
- le lezioni hanno avuto luogo uno-due sabati al mese (mezza giornata o giornata intera con pause ristoro e caffè) e due-tre serate mensili di un’ora ciascuna;
- si sono alternate lezioni di teoria, esercitazioni pratiche e ore formative con professionisti del marketing, autori già pubblicati, esperti di social media e di crescita personale.
Cos’ho trovato nell’aula virtuale
Prima di aderire al corso Editor&Ghostwriter, non avevo mai frequentato, a distanza e in diretta video, un corso di formazione di alto profilo, articolato in un semestre. Per me che avevo oltrepassato la linea critica tra giovinezza e vecchiaia, si presentava come un’esperienza sfidante: sarebbe stato un po’ come ritornare sui banchi di scuola. Il fatto di apprendere una professione attraverso lo schermo del computer mi suscitava qualche perplessità rispetto alla mia resa e tenuta attentiva, al coinvolgimento e all’interazione con l’insegnante e i compagni di corso.
È noto che l’ambiente virtuale possa presentare alcuni inconvenienti che condizionano la spontaneità del confronto individuale: lo schermo tende a filtrare il linguaggio corporeo e parlato e, inoltre, causa affaticamento visivo dovuto alla fissità dello sguardo.
D’altra parte, il senso di distanza espone in minor misura a situazioni rumorose disturbanti, tipiche della partecipazione in presenza. Ho trovato perciò vantaggioso potere occupare il mio spazio personale, sentendomi libera di esprimermi e fornire il mio contributo mediante osservazioni e domande, senza preoccuparmi dei condizionamenti esterni. La didattica a distanza non ha inficiato la qualità dei contenuti e il rapporto con la docente e i professionisti ospitati si è rivelato tutt’altro che asettico.
Nonostante l’insegnamento frontale, ho sentito la docente al mio fianco: Alessandra si muoveva e parlava all’interno di una finestra identica alla mia, in una situazione in cui lo spazio di apprendimento è stato equamente accessibile a tutti.
Come unica nota dolente, citerei il fatto che la didattica a distanza non ha favorito il legame tra noi corsisti e la condivisione di vissuti ed esperienze che può scaturire con naturalezza in un’aula reale. Questo impedimento ha tuttavia forgiato nuove opportunità di collaborazione: durante le esercitazioni a gruppi, ciascun partecipante si è ingegnato nell’utilizzo degli strumenti software a disposizione.
Metodo di insegnamento, feedback e tutoraggio personalizzato
Sin dalle prime lezioni, mi sono resa conto di essere in ottime mani e che le promesse ricevute non sarebbero state disattese. Il corso si è presentato dinamico e aggiornato nei metodi di lavoro: spiegazioni teoriche seguite da esercitazioni pratiche, in confronto diretto con l’insegnante.
Metodo progressivo per un apprendimento sereno
Alessandra Perotti coniuga empatia con un’indiscussa preparazione pratica e teorica distante dall’approccio accademico. Non è stata soltanto un’insegnante, ma anche una guida capace di catturare l’attenzione, nonostante l’interposizione frustrante dello schermo. La sua voce equilibrata e rassicurante non stanca mai. Ha assegnato lavori da svolgere sia in autonomia, che in abbinamento tra i corsisti, fornendo restituzioni volte ad orientare al meglio le capacità di ciascuno, in un contesto nel quale la verifica degli elaborati e la rilevazione degli errori sono stati utilizzati come risorsa e mai come giudizio. Grazie all’impostazione conferita al corso, il metodo progressivo, non è stato necessario sottoporre noi partecipanti a test e valutazioni ansiogene.
Alessandra si è assicurata che fossi a mio agio, richiedendomi un feedback con regolarità. Mi sono sentita seguita in modo individuale e rispettata nel mio ritmo naturale di apprendimento. La docente ha sollecitato i corsisti a condividere impressioni e domande, ma anche dubbi e obiezioni. Quando necessario, ha ripreso in modo chiaro ed efficace le tematiche più ostiche, di modo che nessuno rimanesse indietro. Ha trasmesso alla classe anche qualche trucchetto del mestiere ed è stato entusiasmante esplorare il dietro le quinte delle professioni di editor e di ghostwriter.
Una docente disponibile
La docente è stata sempre contattabile al di fuori degli spazi formativi e disponibile a un confronto on-line. Le lezioni venivano di volta in volta registrate e rese accessibili attraverso un’apposita piattaforma, insieme alle dispense riassuntive, per dare l’opportunità di consolidare i concetti appresi in una fruizione successiva.
Consiglio tuttavia di non mancare alle lezioni e ai laboratori in diretta, per beneficiare della possibilità di interagire e rendere l’apprendimento più proficuo. Prima di aderire al programma, va dunque valutata la disponibilità fattiva di tempo, nonché la lucidità mentale nelle ore serali, dopo una giornata di impegni lavorativi e familiari. Inoltre, va considerata l’eventualità di sacrificare parte del proprio tempo libero, per mantenersi al passo con le esercitazioni in autonomia e rispettare il più possibile le consegne fissate.
Tante occasioni per mettersi alla prova come editor e ghostwriter
Con il progredire delle lezioni, la docente ha proposto iniziative di rilievo per mettersi in gioco:
- la scrittura a più mani di un articolo, nel contesto del laboratorio di gruppo;
- la realizzazione di un ebook di argomento a piacere, destinato alla pubblicazione su Amazon;
- uno stage bimestrale presso una casa editrice o un professionista;
- la recensione di uno o più libri a piacere, con l’opportunità di vederla pubblicata nella Newsletter di Alessandra Perotti;
- la stesura di articoli sulla scrittura e il mondo editoriale, da pubblicare nel blog di Accademia di Scrittura.
Un plusvalore di contenuti
Le lezioni si sono svolte con un approccio coinvolgente, in un’atmosfera garbata e distesa. Il programma è stato svolto nella sua completezza, diversificando la trattazione degli argomenti senza una rigida adesione al calendario.
Alessandra ha mantenuto attivo il gruppo classe, regalando letture di brani suggestivi e pertinenti a ciascuna lezione, e spiazzando con iniziative improvvisate, in un’ottica istruttiva e costruttiva, perché in fondo l’editor e il ghostwriter devono essere pronti ad affrontare l’impensabile: non si sa mai quale sfida un autore può portare. Allo stesso tempo, ci ha riservato incontri piacevoli e interessanti con ospiti annunciati o a sorpresa. Collaboratori e consulenti di Alessandra, autori ed esperti non si sono risparmiati nell’offrire contenuti inediti e fruibili. Mi sono sentita accolta in un circolo di creativi, accumunati dal desiderio di condividere un’esperienza non solo professionale ma di vita. Lo scambio di conoscenze e l’accoglimento di domande ha reso questi contributi dialogati, consentendo la costruzione di nuovi apprendimenti e fornendo spunti di riflessione e approfondimenti di valore.
In definitiva, cosa significa diventare editor e ghostwriter?
Al di là delle capacità tecniche da acquisire, consolidare e mantenere affinate, un aspetto imprescindibile per chi intende svolgere queste professioni è il rispetto verso l’autore e la sua creatività. Alessandra mi ha insegnato a calarmi con lo spirito giusto nelle situazioni più o meno complesse in cui potrei trovarmi come editor e ghostwriter, fornendo consigli preziosi su come affrontare un progetto editoriale e relazionarmi con la varietà caratteriale degli autori. Ciò significa porsi con un atteggiamento attento ed empatico, e sospendere il giudizio personale sull’idea che si è chiamati a sviluppare o sui contenuti da revisionare. Mettere mano a informazioni sensibili, raccontare la vita di una persona sono operazioni delicate che richiedono grande tatto, nonché l’umiltà di saper riconoscere che esiste una reciprocità: i testi e le fonti affidate possono infatti dispensare saperi nuovi e arricchire a livello personale.
Saper scrivere non basta
I mestieri di editor e ghostwriter vanno perciò oltre le competenze di scrittura e di elaborazione di un testo. Richiedono doti relazionali, come la disponibilità all’ascolto, la capacità di sintonizzarsi su un diverso sentire e di instaurare una collaborazione intima con l’autore. Per certi versi, comportano il fatto di possedere una vocazione verso l’altro.
L’editor mette ordine nella mente dell’autore, lo aiuta a organizzare e valorizzare le idee, a volte smuove esperienze sepolte anche dolorose, perché ogni scrittura è l’eco di un’anima. Escogita soluzioni e stratagemmi per far emergere la sua espressività e ciò significa saper suscitare nell’autore anche la consapevolezza delle criticità presenti nel suo elaborato. Essere editor infatti non vuol dire svolgere un’attività filantropica: un testo va considerato con occhio obiettivo, valutandone le reali potenzialità e riconoscendo con onestà i casi che non consentono margini di miglioramento.
Il ghostwriter sviluppa con cura i contenuti dell’autore secondo l’idea e l’intenzione di quest’ultimo. Allinearsi con la mente altrui implica lo studio accurato delle fonti, l’osservazione della personalità dell’autore e lo sforzo creativo di trasformare un pensiero, non proprio, in parole che si adattino in modo efficace a toni e stili di scrittura differenti. In definitiva, essere capaci di immedesimarsi nel progetto editoriale di un’altra persona. Ciò non esclude tuttavia il dovere di porre un freno agli autori con menti instancabili e una quantità di idee da sviluppare, magari consigliando loro di riservarne la stesura ad un testo successivo.
In un certo senso, si potrebbe paragonare l’autore a un giardiniere, che ha dei semi da piantare, oppure una pianta da sfoltire: l’editor dà forma ai contenuti e il ghostwriter li fa germogliare.
Una sfida alla mia portata
Le lezioni hanno dato subito i loro frutti e, incontro dopo incontro, è stato entusiasmante scoprire di essere capace. Mentre acquisivo dimestichezza con i contenuti teorici e gli strumenti pratici, ho visto le mie risorse personali prendere forma, in particolare durante l’ambizioso progetto di creazione dell’ebook, realizzando così il sogno nel cassetto di veder pubblicato il mio lavoro. Non avrei mai immaginato che questa sfida potesse essere alla mia portata. Allo stesso modo, è stato emozionante cimentarmi con un vero editing durante lo stage messo a disposizione da una casa editrice: sentire apprezzato il mio apporto migliorativo ai testi affidatimi, mi ha dato soddisfazioni enormi.
Non è mai troppo tardi per imparare, soprattutto se si ha il privilegio di essere seguiti passo passo e con generosità da una professionista come Alessandra Perotti.
Con lei, si scoprono anche verità non banali, come la preziosità di concedersi spazi di riflessione per assimilare ciò che si è appreso, valutare il proprio operato e sondare le possibili alternative. Proprio da questi momenti, nascono le idee, gli aggiustamenti e le svolte.
Nell’arco di pochi mesi, mi sono riconosciuta più forte e consapevole delle mie capacità. Il corso Editor&Ghostwriter non ha soltanto arricchito la mia professionalità di competenze editoriali di base: mi ha orientato verso potenzialità che non sapevo di possedere. Lo devo ad Alessandra, che mi ha spronata, motivata e sostenuta nei momenti di insicurezza, rimarcando i punti di forza e incoraggiandomi a confrontarmi con le mie fragilità.
Cosa mi è rimasto del corso editor e ghostwriter
Partita senza conoscenze specifiche in campo editoriale, ritengo di aver posto basi solide per trasformare a poco a poco una passione in lavoro e ampliare il mio profilo professionale. Sono contenta di essermi affidata ad Alessandra e di aver investito sei mesi della mia vita in una formazione di alto profilo.
Questo corso mi ha anche donato un nuovo punto di vista dal quale guardare ogni libro che mi capiterà in mano: non più soltanto uno scrigno di contenuti dai quali attingere, ma anche un compendio di sensibilità e competenze sopraffini.
Il corso Editor&Ghostwriting è stata un’esperienza appagante che porterò con me e che sento di consigliare a tutti i creativi appassionati di scrittura. Alla sua conclusione, non si viene abbandonati: c’è la possibilità di partecipare a incontri mensili di aggiornamento, l’Academy Editor&Ghostwriter, per essere sempre più preparati e pronti ad affiancare un aspirante autore.