Divergent

Leggo per tante ragioni: lavoro, piacere, bisogno di informarmi, voglia di imparare. A seconda dei motivi, il mio approccio ai libri cambia e con lui le aspettative. Ma se sto leggendo per svago, allora quello che cerco è una storia. Una buona storia in cui perdermi. Divergent di Veronica Roth ne racconta una che ha agganciato e continua ad agganciare numerosi lettori, me compresa.

L’AUTRICE

Veronica Roth newyorkese, classe 1988, è laureata in scrittura creativa presso la Northwestern University e ha esordito giovanissima proprio con Divergent, scritto rubando il tempo agli esami. Ora fa la scrittrice a tempo pieno. Divergent, pubblicato negli Stati Uniti nel 2011, è il primo libro di una trilogia. Il secondo s’intitola Insurgent e l’ultimo Allegiant. Tutti e tre i romanzi hanno conosciuto una trasposizione cinematografica che ha bissato il successo dei libri.

LA TRAMA

In una Chicago di un futuro imprecisato, dopo una catastrofe che ha distrutto il vecchio mondo, i sopravvissuti si sono trincerati dietro ad una recinzione che li separa dalle minacce esterne, pur senza conoscerne precisamente natura e caratteristiche. Per mantenere la pace, la popolazione si è divisa in cinque fazioni: Candidi, Pacifici, Eruditi, Abneganti, Intrepidi, che incarnano cinque diversi valori umani, ossia, nell’ordine, l’onestà, l’amicizia, la conoscenza, l’altruismo, il coraggio. A 16 anni ogni ragazzo e ragazza è chiamato a fare una scelta, in cui decidere se vivere il resto della vita nella fazione d’origine o cambiarla, rinunciando alla propria famiglia. Un test attitudinale aiuta i giovani a prendere la loro decisione. Non così per Beatrice, la protagonista, nata fra gli Abneganti, per la quale il test si rivela inconcludente. L’esaminatrice le fa sapere di essere risultata Divergente, impossibile da incasellare in una sola categoria, e l’avverte di non far sapere mai a nessuno il risultato del suo test, qualsiasi fazione deciderà di scegliere. I Divergenti infatti sono considerati soggetti pericolosi da eliminare. Beatrice sceglierà di entrare a far parte degli Intrepidi e affronterà un addestramento duro e violento. Conoscerà gli altri iniziati, il proprio istruttore, soprannominato Quattro, e una serie di segreti e verità che andranno ben oltre la sua personale scelta di vita.

 

DA NOTARE

Divergent è un romanzo distopico, tipico esempio di letteratura Young Adult, di cui possiede tutte le caratteristiche: la protagonista e buona parte dei personaggi sono teenagers, è scritto in prima persona con uno stile semplice e diretto, incentrato sul tema della scelta necessaria per affermare la propria personalità e trovare un posto nel mondo, tocca in controluce il tema dell’amore adolescenziale.

Il linguaggio della Roth, forse anche in ragione della giovane età in cui scrisse il romanzo, è sciolto e gradevole, ma asciutto e minimale, totalmente al servizio della storia. L’autrice sa bene chi sono i suoi lettori: ragazzi o ragazze di poco più giovani di lei oppure adulti amanti delle distopie fantascientifiche in cerca di un intreccio avvincente e di un’ambientazione intrigante. E lei è stata capace di fornire loro l’uno e l’altra. Nessuna concessione alla divagazione fine a se stessa, nessun compiacimento narrativo. Qui il linguaggio viene usato solo per un unico scopo: raccontare quello che accade e come si sente la protagonista. E la scelta intelligente di usare la prima persona per raccontare la vicenda, come se a narrarla fosse la stessa protagonista, aiuta l’autrice a “scomparire” dietro al proprio personaggio, che è una delle operazioni più difficili quando si scrive una storia.

INCIPIT

C’è solo uno specchio a casa mia, dietro un pannello scorrevole nel corridoio al piano di sopra. Secondo le regole della nostra fazione, mi è permesso starci davanti una volta ogni tre mesi, il secondo giorno del mese, quello in cui mia madre mi taglia i capelli.

Mi siedo su uno sgabello e mamma, in piedi dietro di me, li accorcia con le forbici. Le ciocche cadono a terra formando un anello biondo cenere.

Quando finisce, mi raccoglie i capelli dietro la testa e li avvolge formando un nodo. La osservo: appare calma e concentrata. È molto esperta nell’arte di dimenticarsi di sé. Non posso dire lo stesso di me.

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