Sul mio pc ho salvato due documenti: uno è l’elenco dei libri letti, l’altro quello dei libri da leggere.
L’elenco dei libri da leggere si allunga con una velocità tre volte superiore a quello dei libri letti, il che mi esalta e mi deprime allo stesso tempo.
Qualche volta però succede qualcosa che sconvolge le abitudini e fa saltare gli schemi.
È il caso di una delle mie più recenti letture: Trilogia dell’Area X – Annientamento – Autorità – Accettazione di Jeff VanderMeer (Einaudi, 2018), che mi sono procurata prima ancora che diventasse un proposito.
A volte la storia dell’incontro tra lettore e libro è essa stessa un racconto che vale la pena scrivere, un misto di casualità e bisogno, che ci fa incappare per forza in un determinato titolo, in quel preciso momento.
Con il primo libro della trilogia di VanderMeer è andata proprio così.
Stavo scrivendo la scena di un racconto e volevo trovare un sinonimo per il termine “annientamento”. Digitai il vocabolo su Google, avviai la ricerca e oltre ad uscire l’opzione che cercavo, uscì anche la copertina di un libro, Annientamento, appunto.
Mi colpì.
Ritenni fosse un titolo molto efficace per un romanzo e volli saperne di più.
Lessi l’anteprima del libro. L’incipit era strepitoso, misterioso e inquietante al punto giusto:
“La torre, che in teoria non doveva esserci, affonda nel terreno in un punto appena prima che la foresta di pini neri faccia strada alla palude e poi ai canneti e agli alberi contorti delle pianure salmastre. Dietro le pianure salmastre e i canali naturali c’è l’oceano e, un po’ più in là sulla costa, un faro abbandonato. Tutta questa zona del paese è disabitata da decenni, per motivi non facili da raccontare. La nostra spedizione era la prima a entrare nell’Area X da oltre due anni e l’equipaggiamento di chi ci aveva preceduto era in gran parte arrugginito, le tende e i capannoni ridotti a poco più che gusci. Guardando quel paesaggio imperturbato, non credo che qualcuna di noi riuscisse già a vedere la minaccia.” […]
Fatto: quel libro mi aveva conquistato.
Lo trovai in biblioteca. Il giorno dopo era a casa mia.
Mantenne così bene le aspettative, che non potei fare a meno di procurarmi in biblioteca anche il secondo: Autorità.
Quando terminai pure quello, fu spontaneo cercare il terzo e ultimo: Accettazione.
Ma – sorpresa – la biblioteca non l’aveva in catalogo. Roba da non credere: mancava proprio il terzo libro di una trilogia.
Il mio compleanno però era vicino e l’aver sbandierato a destra e a manca l’intenzione di volerlo avere a tutti i costi portò i suoi frutti. Mio marito me lo regalò, anzi fece di più, mi regalò l’intera trilogia, il volume unico che contiene tutti e tre i titoli.
Divorai anche il terzo racconto e benedissi il coniuge di avermi procurato la raccolta: adesso era mia.
Quando una lettura mi affascina, come questa, non mi basta goderne, mi interessa capire anche quali corde sia riuscita a farmi vibrare e perché abbia funzionato con tanta efficacia.
In questo caso titolo e incipit hanno inciso, è evidente, ma non sarebbero bastati se non avessi trovato anche un’idea geniale, una prosa puntuale, ritmata, originale, personaggi vividi e credibili, una struttura narrativa sconvolgente, che non segue il divenire della vicenda, ma la spezzetta, la anticipa, la rimescola, la ribalta per poi chiuderla come un cerchio, significandola.
Un modo di procedere che parrebbe illogico e che, invece, mi ha convinto.
Chi legge Annientamento, non può fare a meno di leggere anche Autorità e poi di procurarsi Accettazione. È inevitabile.
Sono i libri a scegliere i lettori – si sa – ma alcuni hanno anche la tendenza a rimanere loro addosso dopo essere stati letti.
La Trilogia dell’Area X continuerà a parlarmi di sé anche in futuro, ne sono certa, e io starò bene attenta ad ascoltare tutto ciò che avrà ancora da dirmi.