La scorsa settimana riflettevo sulle stranezze della vita, guidando verso l’ufficio dopo aver superato l’esame di Storia Romana.

Mi aspettava una giornata fitta di impegni, ma quello più importante era stato appena superato. Non sono una classica studentessa, ma un’imprenditrice da ormai metà della mia vita. Di recente ho scoperto un’altra realtà, oltre a quella professionale, in cui mi sento “giusta” ed è l’università, o meglio, qualsiasi posto che profumi di studio e disciplina.

Il tutto è iniziato due anni fa. Era un periodo che mi piaceva. Il secondo romanzo era finito, collaboravo a corsi di scrittura creativa, mi occupavo di editing. Insomma le mie giornate, oltre ai soliti impegni, erano piuttosto piene. Eppure mi mancava qualcosa. La sera frequentavo corsi online di letteratura, molto belli e coinvolgenti. Ma sapevo che la costanza sarebbe finita come il mio andare in palestra da ragazza: mi iscrivevo, ma dopo qualche mese mi davano per dispersa. Continuavo a leggere molto e sentivo il bisogno di approfondire quello che stavo facendo. Volevo conoscere la scrittura dalle origini, studiarne ogni aspetto. Dopo alcune ricerche in internet avevo preso contatto con qualche università online. I programmi erano belli, ma i preventivi molto meno. Su consiglio di un amico presi una decisione: mi sarei iscritta di nuovo all’università, non quella online ma quella da vivere nella realtà.

La sera stessa scrivevo in segreteria, il giorno dopo avevo l’indirizzo email della presidente di facoltà, quello successivo ero nel suo ufficio in pausa pranzo.

Era primavera, una giornata splendida, avevo camminato sotto un viale alberato e una volta entrata, sospirato di entusiasmo. Dentro, quel profumo che hanno tutti i posti in cui si studia. Quanto mi era mancato. E non lo avevo capito. Arrivata all’appuntamento mi era stato spiegato tutto il sistema. Avrei potuto non frequentare e avere un piano di studi part-time, allungato in più anni rispetto al classico. Perfetto. Avevo risposto descrivendo la mia giornata tipo.

La docente mi aveva risposto:

– Non vedo perché non dovrebbe farcela.

– Lei dice?

– Se deciderà di provare, sono sicura che potrebbe sorprendersi.

– Ma io ho già deciso. Ad ottobre mi iscrivo.

Da quel giorno sono passati quasi due anni e quattro esami. È tutto cambiato rispetto a quando ero ragazza, ma lo sono anch’io.

Ho ridotto le mie uscite, già esigue, e ho trascorso serate e weekend interi immersa nella letteratura del Medioevo, riscoprendola meravigliosa, la ripresa di Dante mi ha stupita. Mi sono dedicata alla Storia antica, greca e romana. Ho ritrovato Umberto Eco e la sua semiotica su cui ero tanto impazzita da ragazza. Sono perfino riuscita a frequentare qualche lezione. Trovando un mondo tanto familiare, ma così cambiato. I ragazzi di oggi hanno altre abitudini. Lavorano molto sul digitale e registrano tutto. Io per memorizzare devo scrivere a mano.

La gestualità dello scrivere fissa tutti i concetti nella mia testa che, diciamocelo, non è più quella di una volta. Troppe cose a cui pensare in una sola giornata, si fanno sentire. La spensieratezza della gioventù, che non capisci all’epoca, non può più tornare. Ma l’esperienza può arrivare in aiuto, laddove manchi la freschezza di un tempo. Tornare a studiare significa anche riprendere abitudini che avevi dimenticato: sottolineare, schematizzare, cercare di rielaborare concetti per fissarli in testa. Ed è interessante. È una sfida con te stessa, ma anche una sorta di autoanalisi. Capire fino a dove puoi ancora arrivare.

Con lo stesso spirito affronto gli esami. Arrivo con un minimo di emozione, ma con la consapevolezza che, se non dovessi passarlo, non crolla il mondo. Che la cosa che conta è aver ripreso concetti importanti che, altrimenti, non avrei approfondito così tanto e che mi saranno molto utili per i prossimi progetti. Il primo anno ha superato ogni mia aspettativa. Mi ero data quell’arco di tempo come banco di prova e direi che forse è stata una delle scelte più audaci e intelligenti della mia vita.

Il traguardo è ancora molto lontano e nei prossimi anni chissà quanti imprevisti potrò incontrare, ma oggi ho la consapevolezza di provarci ogni giorno e di potercela fare.

Penso che riprendere gli studi possa essere per molte persone un grande incentivo per lasciar emergere le proprie potenzialità molte delle quali inaspettate.

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