I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo
I mondi che non ci appartengono diventano un po’ più nostri se a presentarceli sono le storie di personaggi che in quei luoghi vivono, muoiono, si raccontano. Il libro di oggi ci porta tra le vie di Istanbul, piene di odori, colori e persone. L’ha scritto Elif Shafak e si intitola I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo.
L’AUTRICE
Elif Shafak, scrittrice turca nata a Strasburgo nel 1971, attualmente vive a Londra. Figlia di genitori separati, il padre un filosofo e la madre diplomatica.
È considerata una delle voci più originali della letteratura turca contemporanea. Il debutto letterario risale al 1994 con la pubblicazione della raccolta di racconti Kem Gözlere Anadolu. Con il suo primo romanzo, Pinhan del 1997 inizia l’esplorazione delle tematiche sul misticismo che riprenderà in altri romanzi, secondo percorsi narrativi diversi, tra cui la Bastarda di Istanbul (2006), Il palazzo delle pulci (2008), Le quaranta porte (2009).
La Bastarda di Istanbul le ha procurato l’accusa e, in seguito il proscioglimento, di “attacco all’identità turca”.
Nei suoi romanzi affronta oltre alle tematiche sul misticismo e il sufismo anche quelle legate a questioni politiche e sociali.
LA TRAMA
Una prostituta viene ritrovata morta in un cassonetto, a Istanbul. Negli ultimi 10 minuti e 38 secondi, riaffioreranno alla sua memoria tutti i ricordi salienti della sua vita, fino al giorno della morte.
Si chiama Leila Tequila, per la sua capacità di ingoiare asprezze e durezze come shottini di tequila, uno dietro l’altro.
In questa città, i corpi senza famiglia sono destinati al cimitero degli Abbandonati di Kylos, solo un numero su una tavola di legno; ma i suoi cinque amici (anch’essi degli esclusi) tenteranno, in modo rocambolesco, di sfidare le leggi per darle una degna sepoltura.
La città di Istanbul e la sua storia, testimone sullo sfondo delle vicende di Leila e dei suoi compagni, costituiscono un’immagine pregnante di bellezza, nefandezza e contraddizioni.
DA NOTARE
La forza e l’originalità di questo romanzo stanno nella struttura e nell’intreccio.
L’autrice ha costruito la storia dividendola in tre sezioni: mente, corpo, anima. Ciascuna rappresenta tre aspetti diversi della narrazione che si intersecano.
Nella mente, ad ogni minuto, corrispondono i ricordi di Leila rievocati da odori e sapori, legati al filo indissolubile degli amici che nel finale si occuperanno del suo corpo.
L’intreccio, l’ossatura su cui è costruita la storia, è costituito da ellissi temporali: analessi e prolessi ben orchestrate all’interno della narrazione che ci restituiscono la vita di Leila, in un arco di tempo che va dal 1947 (nascita) al 1990 (morte), senza tradirne il ritmo.
L’analessi o flashback ha la funzione di condurre il lettore nei ricordi, nonché nelle descrizioni dei personaggi incontrati da Leila.
La prolessi o anticipazione fornisce dettagli sul futuro creando una sottile linea di tensione, di aspettativa.
La voce narrante in terza persona, attraverso il punto di vista degli amici della protagonista, svela sfaccettature della personalità di Leila, nonché la relazione tra di loro, offrendo al lettore un ventaglio di narrazioni e riflessioni sul tema dell’amicizia, dell’amore, della religione opprimente, delle iniquità verso i reietti della società.
Il linguaggio assume via via colori diversi: un tono greve all’inizio che rievoca i drammi di Leila e degli amici, ma che, approssimandosi al finale, diventa più leggero, atto a narrare un epilogo divertente e liberatorio.
È una scrittura densa, quella della Shafak, accurata, capace di penetrare nei paesaggi emotivi dei personaggi e di dipingere le atmosfere di Istanbul con un linguaggio evocativo e poetico.
INCIPIT
Si chiamava Leila.
Leila Tequila, com’era nota ad amici e clienti. La chiamavano Leila Tequila a casa e al lavoro, nell’edificio color palissandro sulla viuzza cieca che acciottolava giù verso il porto, annidata fra una chiesa e una sinagoga, negozi di lampadari e kebabberie: il vicolo che ospitava i più antichi bordelli autorizzati di Istanbul.
Ciò malgrado, se lei vi sentisse dire così potrebbe aversene a male e tirarvi allegramente una scarpa… dal tacco alto e acuminato.
“Mi chiamo, tesoro, non chiamavo… Mi chiamo Leila Tequila.”
Mai nella vita avrebbe accettato che si parlasse di lei all’imperfetto: il solo pensiero l’avrebbe fatta sentire piccola e sconfitta, e sentirsi così era l’ultima cosa che desiderava. No, avrebbe insistito sul presente… benché proprio allora si rendesse conto, con un nodo allo stomaco, che il cuore aveva appena cessato di batterle, e che il respiro si era fermato di colpo, e che in qualunque modo la rigirasse, non poteva negare di essere morta.
LEGGI ALTRE RECENSIONI
Women in the metaverse
Che cosa evoca in chi la sente la parola Metaverso? Che cos'è davvero questa dimensione a cui possiamo accedere dotandosi di un avatar? In particolare ci si potrebbe domandare che utilità parlare di Metaverso al di fuori del gaming, del gioco. In realtà, si può...
Nella stanza di Emily
Quando si ama un autore si vorrebbe conoscere tutto di lui: i testi, la vita, il pensiero, ma anche i luoghi in cui ha vissuto, la stanza dove ha lavorato, il panorama che da quella stanza lo ha ispirato. È da questa esigenza che è nato Nella stanza di Emily, il libro...
L’altra verità. Diario di una diversa
Ci sono scritture potenti che non hanno bisogno di essere costruite e vanno maneggiate con cura per arrivare con tutto il carico delle emozioni di cui sono intrise. Sono le scritture di pancia, che lasciano il posto all’urlo che le produce, perché è quello che deve...
Divergent
Leggo per tante ragioni: lavoro, piacere, bisogno di informarmi, voglia di imparare. A seconda dei motivi, il mio approccio ai libri cambia e con lui le aspettative. Ma se sto leggendo per svago, allora quello che cerco è una storia. Una buona storia in cui perdermi....
Triste, solitario y final
A volte siamo portati a pensare che i libri ormai abbiano già parlato di tutto, non ci sia più argomento inesplorato, dinamica che non sia stata sondata, struttura che non sia stata sperimentata. Poi capita di leggere romanzi come Triste, solitario y final di Osvaldo...
Fahrenheit 451
Amo gli autori che sperimentano, innovano e cercano soluzioni narrative inconsuete per rendere in maniera originale la storia che intendono raccontare. Ho trovato tutto questo nello stile di Ray Bradbury e nel suo celeberrimo Farhenheit 451. L'AUTORE Ray Douglas...
Il caso Malaussène. Mi hanno mentito
Capita a volte di leggere libri costruiti con una precisione e un equilibrio tali da far sembrare facile l’impresa di scrivere. Sono questi i romanzi dei grandi narratori, quelli che conoscono talmente bene la tecnica da saperla usare senza farsene accorgere. Un...
Spizzichi e bocconi
Cibo e letteratura, sapori e ricordi. Sono binomi che fanno breccia volentieri nella sensibilità dei lettori, che cercano nelle pagine dei libri non solo racconti, ma anche riscontri. Spizzichi e bocconi di Erri De Luca fornisce gli uni e gli altri, con lo stile...
Mai sentita così bene
Rendere in un romanzo la naturalezza, le sgrammaticature, le costruzioni tipiche del linguaggio parlato non è operazione facile. Sembrerebbe che non ci sia altro lavoro da svolgere che registrare e riportare su carta le voci che si sentono in giro tutti i giorni, ma...
Il morso della vipera
L’ambientazione e il clima di un libro sono ingredienti che possono far decollare o affossare una storia: vanno studiati e preparati con cura. Nel romanzo Il morso della vipera l’autrice, Alice Basso, lo ha fatto, regalandoci un romanzo storicamente credibile e...
Tre atti e due tempi
Non è necessario che una storia sia intrisa di sangue per generare suspense e avvincere il lettore; quella sensazione di ansiosa apprensione che certi libri sanno evocare si può ottenere anche quando il racconto non prevede omicidi o aggressioni, ma è costruito con...
Uno scià alla corte d’Europa
Ci sono vari modi per “leggere” la contemporaneità e cercare di capire quello che ci succede intorno, uno è quello di contestualizzarla, interpretandola alla luce della storia, domandandosi da dove derivi e perché si sia evoluta in un determinato modo piuttosto che in...
Requiem
Il significato di ciò che si scrive passa anche attraverso il linguaggio che si sceglie di usare per esprimerlo e a volte forma e contenuto sono così connessi fra loro da presupporsi a vicenda. Il libro che ti presento oggi ne è un esempio. Si intitola Requiem e...
Il bar sotto il mare
A volte l’abilità di uno scrittore sta nel modo in cui decide di strutturare la storia, nel sistema con cui sceglie di organizzare il materiale narrativo che ha a disposizione. E così una miscellanea di racconti diversi può diventare libro se l’autore trova l’idea per...
Io sono Dot
Nei romanzi la storia funziona quando i personaggi sono stati costruiti bene, dialogano e agiscono in modo credibile, rendendo originale quello che succede, anche quando è uno spaccato della quotidianità. Il libro che prendo in esame oggi ne è un esempio: sto parlando...
Il treno dei bambini
La narrativa spesso colma le lacune della Storia, che presa a raccontare gli eventi di ampio respiro e di portata nazionale, tralascia a volte di ricordare la vita delle persone, i loro drammi, la loro solidarietà, su cui invece tutti i Paesi fanno affidamento per...
La misura del tempo
Il libro che analizziamo oggi è proprio uno dei sei finalisti del Premio Strega 2020. L’autore è Gianrico Carofiglio e il titolo La misura del tempo.L'AUTORE Gianrico Carofiglio, nato a Bari nel 1961, è figlio d’arte: sua madre è stata la scrittrice Enza Buono....
Sotto un cielo sempre azzurro
Le storie cambiano a seconda di chi le racconta e non soltanto perché ognuno ha un proprio modo di ricostruire gli eventi e di dare risalto a particolari diversi, ma anche in virtù della voce che le narra. Quella contenuta nel libro che ti propongo oggi aveva bisogno...
Il mio nome è rosso
Potrei fare un lungo elenco delle ragioni per cui mi piace leggere: perché imparo, mi diverto, mi emoziono, mi perdo e mi ritrovo. Ogni libro, purché sia buono, regala prospettive diverse, motivazioni nuove. Il romanzo che analizzo oggi ha la capacità di portarmi in...
Nel giardino delle scrittrici nude
Amo la sana ironia, penso sia una forma raffinata di intelligenza e quando la ritrovo nei libri provo una soddisfazione doppia nel leggerli. Il romanzo che proponiamo oggi è di un autore che, per dichiarata sua ammissione, si pone come obiettivo di far ridere e di...