Il racconto dell’ancella

Una delle magie che alcuni romanzi sanno creare è quella di riuscire a farci ragionare attraverso l’emozione e di accompagnarci in mondi inventati che però ci costringono a mettere in discussione anche quello reale. È senz’altro questo il principale obiettivo della narrativa distopica, ma quando a proporcela è un’autrice della levatura di Margaret Atwood allora non parliamo più di romanzo di genere, ma di raffinato esempio letterario. Il libro che analizzo oggi è: Il racconto dell’ancella.

 

L’AUTRICE

Margaret Eleanor Atwood nasce in Canada, a Ottawa, nel 1939. La sua attività di scrittrice abbraccia svariati generi e forme narrative: romanzi, saggi, raccolte di poesie. È un’attivista, femminista, impegnata a difesa dell’ambiente. È stata cinque volte finalista al Booker Prize, vinto nel 2000 con L’assassino cieco. Le sue opere hanno ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo e il suo nome è comparso più volte nella rosa dei candidati al Premio Nobel per la letteratura.

LA TRAMA

La Terra è devastata da inquinamento chimico e radioattivo, la popolazione ha raggiunto un livello di natalità pari a zero e in tutto il mondo sono sorte rivolte popolari. Negli Stati Uniti, a seguito di un golpe, si è instaurata la “Repubblica di Galaad”, regime di ispirazione biblica che sconfessa tutte le altre religioni e impone una dittatura per cui le donne perdono ogni diritto civile. Per aumentare il tasso di natalità le donne fertili sono ridotte in schiavitù, diventano Ancelle e il loro corpo viene usato a scopo riproduttivo. Il libro riporta il racconto di una di loro, Difred, ovvero “che appartiene a Fred” suo comandante, perché a Galaad le donne come lei non hanno più diritto a niente, nemmeno ad un nome proprio.

 

DA NOTARE

Il genere di distopia che troviamo nelle pagine del presente romanzo possiede una forza narrativa davvero rara. La scelta della Atwood di far raccontare la storia in prima persona all’ancella Difred carica la vicenda, già di per sé allucinante, di un pathos straordinario. Anche quando la protagonista descrive la sua giornata tipo, scandita dai rituali della casa, dalle imposizioni e costrizioni della sua nuova esistenza, la tensione è molto alta. I ricordi sono sempre lì a stridere con la situazione in cui è ormai costretta a vivere e a provocare più dolore sono quelli all’apparenza più banali: il profumo dello smalto per le unghie che usa la moglie del comandante, l’odore del fumo di una sigaretta. I piccoli rituali di una normalità perduta sui quali il lettore è costretto a interrogarsi sentendosi parte attiva del dramma di colei che li avverte, li registra, li racconta. La Atwood è brava nel saper gestire i toni narrativi: ci sembra di sentire davvero sussurrare le ancelle quando, distese nei loro letti, si parlano di nascosto leggendosi reciprocamente le labbra, sentiamo tutto lo strazio e la concitazione delle immagini sconclusionate e dei suoni sovrapposti che sottolineano il momento in cui la protagonista si vede strappare dalle braccia la figlia e con lei la propria identità. Non stupisce che il romanzo, scritto peraltro nel 1985, sia stato scelto per dare vita di recente ad una serie Tv tra le più acclamate, il cui titolo originale è The Handmaid’s Tale, arrivata nel 2019 alla sua terza stagione.

 

INCIPIT

Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. L’impiantito era di legno verniciato, con strisce e cerchi dipinti, per i giochi che vi si effettuavano in passato; i cerchi di ferro per il basket erano ancora appesi al muro, ma le reticelle erano scomparse. Una balconata per gli spettatori correva tutt’attorno allo stanzone, e mi pareva di sentire, vago come l’aleggiare di un’immagine, l’odore acre di sudore misto alla traccia dolciastra della gomma da masticare e del profumo che veniva dalle ragazze che stavano a guardare, con le gonne di panno che avevo visto nelle fotografie, poi in minigonna, poi in pantaloni, con un orecchino solo e i capelli a ciocche rigide, puntute e striate di verde. C’erano state delle feste da ballo; la musica indugiava, in un sovrapporsi di suoni inauditi, stile su stile, un sottofondo di tamburi, un lamento sconsolato, ghirlande di fiori di carta velina, diavoli di cartone e un ballo ruotante di specchi, a spolverare i ballerini di una neve lucente.

LEGGI ALTRE RECENSIONI

Nella stanza di Emily

Nella stanza di Emily

Quando si ama un autore si vorrebbe conoscere tutto di lui: i testi, la vita, il pensiero, ma anche i luoghi in cui ha vissuto, la stanza dove ha lavorato, il panorama che da quella stanza lo ha ispirato. È da questa esigenza che è nato Nella stanza di Emily, il libro...

leggi tutto
L’altra verità. Diario di una diversa

L’altra verità. Diario di una diversa

Ci sono scritture potenti che non hanno bisogno di essere costruite e vanno maneggiate con cura per arrivare con tutto il carico delle emozioni di cui sono intrise. Sono le scritture di pancia, che lasciano il posto all’urlo che le produce, perché è quello che deve...

leggi tutto
Divergent

Divergent

Leggo per tante ragioni: lavoro, piacere, bisogno di informarmi, voglia di imparare. A seconda dei motivi, il mio approccio ai libri cambia e con lui le aspettative. Ma se sto leggendo per svago, allora quello che cerco è una storia. Una buona storia in cui perdermi....

leggi tutto
Triste, solitario y final

Triste, solitario y final

A volte siamo portati a pensare che i libri ormai abbiano già parlato di tutto, non ci sia più argomento inesplorato, dinamica che non sia stata sondata, struttura che non sia stata sperimentata. Poi capita di leggere romanzi come Triste, solitario y final di Osvaldo...

leggi tutto
Fahrenheit 451

Fahrenheit 451

Amo gli autori che sperimentano, innovano e cercano soluzioni narrative inconsuete per rendere in maniera originale la storia che intendono raccontare. Ho trovato tutto questo nello stile di Ray Bradbury e nel suo celeberrimo Farhenheit 451. L'AUTORE Ray Douglas...

leggi tutto
Il caso Malaussène. Mi hanno mentito

Il caso Malaussène. Mi hanno mentito

Capita a volte di leggere libri costruiti con una precisione e un equilibrio tali da far sembrare facile l’impresa di scrivere. Sono questi i romanzi dei grandi narratori, quelli che conoscono talmente bene la tecnica da saperla usare senza farsene accorgere. Un...

leggi tutto
Spizzichi e bocconi

Spizzichi e bocconi

Cibo e letteratura, sapori e ricordi. Sono binomi che fanno breccia volentieri nella sensibilità dei lettori, che cercano nelle pagine dei libri non solo racconti, ma anche riscontri. Spizzichi e bocconi di Erri De Luca fornisce gli uni e gli altri, con lo stile...

leggi tutto
Mai sentita così bene

Mai sentita così bene

Rendere in un romanzo la naturalezza, le sgrammaticature, le costruzioni tipiche del linguaggio parlato non è operazione facile. Sembrerebbe che non ci sia altro lavoro da svolgere che registrare e riportare su carta le voci che si sentono in giro tutti i giorni, ma...

leggi tutto
Il morso della vipera

Il morso della vipera

L’ambientazione e il clima di un libro sono ingredienti che possono far decollare o affossare una storia: vanno studiati e preparati con cura. Nel romanzo Il morso della vipera l’autrice, Alice Basso, lo ha fatto, regalandoci un romanzo storicamente credibile e...

leggi tutto
Tre atti e due tempi

Tre atti e due tempi

Non è necessario che una storia sia intrisa di sangue per generare suspense e avvincere il lettore; quella sensazione di ansiosa apprensione che certi libri sanno evocare si può ottenere anche quando il racconto non prevede omicidi o aggressioni, ma è costruito con...

leggi tutto
Uno scià alla corte d’Europa

Uno scià alla corte d’Europa

Ci sono vari modi per “leggere” la contemporaneità e cercare di capire quello che ci succede intorno, uno è quello di contestualizzarla, interpretandola alla luce della storia, domandandosi da dove derivi e perché si sia evoluta in un determinato modo piuttosto che in...

leggi tutto
Requiem

Requiem

Il significato di ciò che si scrive passa anche attraverso il linguaggio che si sceglie di usare per esprimerlo e a volte forma e contenuto sono così connessi fra loro da presupporsi a vicenda. Il libro che ti presento oggi ne è un esempio. Si intitola Requiem e...

leggi tutto
I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo

I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo

I mondi che non ci appartengono diventano un po’ più nostri se a presentarceli sono le storie di personaggi che in quei luoghi vivono, muoiono, si raccontano. Il libro di oggi ci porta tra le vie di Istanbul, piene di odori, colori e persone. L’ha scritto Elif Shafak...

leggi tutto
Il bar sotto il mare

Il bar sotto il mare

A volte l’abilità di uno scrittore sta nel modo in cui decide di strutturare la storia, nel sistema con cui sceglie di organizzare il materiale narrativo che ha a disposizione. E così una miscellanea di racconti diversi può diventare libro se l’autore trova l’idea per...

leggi tutto
Io sono Dot

Io sono Dot

Nei romanzi la storia funziona quando i personaggi sono stati costruiti bene, dialogano e agiscono in modo credibile, rendendo originale quello che succede, anche quando è uno spaccato della quotidianità. Il libro che prendo in esame oggi ne è un esempio: sto parlando...

leggi tutto
Il treno dei bambini

Il treno dei bambini

La narrativa spesso colma le lacune della Storia, che presa a raccontare gli eventi di ampio respiro e di portata nazionale, tralascia a volte di ricordare la vita delle persone, i loro drammi, la loro solidarietà, su cui invece tutti i Paesi fanno affidamento per...

leggi tutto
La misura del tempo

La misura del tempo

Il libro che analizziamo oggi è proprio uno dei sei finalisti del Premio Strega 2020. L’autore è Gianrico Carofiglio e il titolo La misura del tempo.L'AUTORE Gianrico Carofiglio, nato a Bari nel 1961, è figlio d’arte: sua madre è stata la scrittrice Enza Buono....

leggi tutto
Sotto un cielo sempre azzurro

Sotto un cielo sempre azzurro

Le storie cambiano a seconda di chi le racconta e non soltanto perché ognuno ha un proprio modo di ricostruire gli eventi e di dare risalto a particolari diversi, ma anche in virtù della voce che le narra. Quella contenuta nel libro che ti propongo oggi aveva bisogno...

leggi tutto
Il mio nome è rosso

Il mio nome è rosso

Potrei fare un lungo elenco delle ragioni per cui mi piace leggere: perché imparo, mi diverto, mi emoziono, mi perdo e mi ritrovo. Ogni libro, purché sia buono, regala prospettive diverse, motivazioni nuove. Il romanzo che analizzo oggi ha la capacità di portarmi in...

leggi tutto
Nel giardino delle scrittrici nude

Nel giardino delle scrittrici nude

Amo la sana ironia, penso sia una forma raffinata di intelligenza e quando la ritrovo nei libri provo una soddisfazione doppia nel leggerli. Il romanzo che proponiamo oggi è di un autore che, per dichiarata sua ammissione, si pone come obiettivo di far ridere e di...

leggi tutto
RICHIEDI INFORMAZIONI

Privacy Policy

Share This