Ispirazione: un processo intrigante
Catturare l’ispirazione, alimentarla e veicolarla in un testo è un processo che intriga ogni autore. Nella raccolta di racconti Innamorarsi è una follia socialmente accettabile il tema dominante è la paura di emozionarsi. Desideravo comprendere meglio le pene sentimentali di mia figlia, allora ventenne.
Uno sguardo limpido sul mondo
Ho considerato le modalità di approccio oggi, senza la spocchia tipica dei “matusa” secondo cui il mondo prima era migliore. Anche in passato ci si imbatteva in persone discutibili, ma l’ambito d’incontro era ameno, circoscritto al quartiere, all’oratorio o al partito politico in cui si militava, tra ideologie e ciclostili.
Bastava una chitarra, un falò, per ritrovarsi a condividere emozioni. Oggi è difficile innescare una scintilla, gettare un ponte verso gli altri. Un paradosso avere il globo a portata di click e sentirsi isolati. Impresa ancor più ardua è stringere legami di spessore.
Ispirazione significa anche mettersi in discussione
Avviare un rapporto che non si risolva nell’arco di una notte implica sapersi fidare e rischiare: una sorta di atto di fede, almeno d’acchito. Lasciarsi andare e affrontare un salto nel buio, liberi da maschere, nudi.
Vivere senza percepire emozioni disumanizza.
Nel confronto con un’altra generazione emergono diverse problematiche. Da genitore credo che un po’ di responsabilità sia anche nostra. Manca il tempo per educare i ragazzi ai sentimenti, per far respirare loro un clima disteso, in armonia con quanto predichiamo. Non c’è un momento specifico della giornata preposto all’insegnamento del rispetto di sé e degli altri, o all’empatia. Dovrebbe avvenire con modalità naturale, come respirare.
Dall’ispirazione alla struttura del libro
Non sempre si è liberi dalle pressioni della famiglia, primo nucleo sociale castrante. Ne deriva che crescere sentendosi inadeguati, inquina l’autostima e le friabilità riaffiorano come gocce d’olio a pelo d’acqua.
Siamo animali sociali, non riusciamo a vivere senza spartire, ma la realizzazione di sé è consapevolezza personale.
Molte situazioni nel libro certificano che amare a vanvera, senza intenzione, non è utile né a chi dà, né a chi riceve.
Intuire come comunicare il sentimento per rendere felice sé e l’altra persona, significa amarsi e amare nel modo in cui serve.
Solo così il rapporto diventa unico e costruito su necessità concrete.
In amore e nei rapporti in genere, nulla è scontato: l’eccessiva disponibilità è spesso confusa per rassegnata accettazione.
Inutile rimpiangerla soltanto se viene meno. Bisogna avere il coraggio di dichiarare il proprio sentimento prima che sia troppo tardi e si tramuti in rammarico.
Innamorarsi è una follia socialmente accettabile è una raccolta di istantanee il cui filo conduttore è l’amore patito più che goduto, anche se alcuni racconti affrontano temi d’attualità quali il bullismo, l’omofobia e l’anoressia.
Un titolo “partorito” dopo un lungo travaglio
Mi sono ispirata a una frase del film “Her” (2013) di Spike Jonze, interpretato da Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson. La passione fa perdere la testa, perché nessuno è immune dalla sua fascinazione. In un’era fittizia, verità e illusione si sfumano: le emozioni sono reali, sanguigne e coinvolgono tutti i sensi.
Pensare, gioire, agire per ottenere qualcosa, anche solo al fine di far perdurare la sensazione di serenità, rendono bene il senso di causa ed effetto.
Se non si osa, in senso etico ovvio, non si ottiene nulla. Il pericolo è rimanere affacciati alla finestra del mondo senza prendere parte al gioco di ruolo che è la vita.
Il mio punto di vista sull’argomento è maturato negli anni. Ho sottolineato tutto ciò che rende le relazioni spinose con l’intento di suscitare nel lettore una riflessione personale. Cosa si può recuperare nei rapporti per renderli umani?
Spero di aver centrato l’obiettivo.
Un messaggio di speranza
L’attitudine che mi piacerebbe trasmettere, a scapito del pessimismo apparente del libro, è positiva.
Sedici racconti accomunati da un tema dominante: la paura di innamorarsi. Ogni racconto è introdotto da una breve citazione di Bukowski che suggerisce l’umore in cui calarsi. Il linguaggio è scarno, talvolta “colorito”, ma mai per captatio benevolentiae.
Uno spaccato di vita attuale, con le sue contraddizioni.
Foto di Arek Socha da Pixabay