Libri per bambini: l’importanza dell’ambientazione
Desideravo scrivere libri per bambini che parlassero di bulli, atteggiamenti da correggere, ansie da far emergere, paure da risolvere, con un obiettivo primario: diffondere valori. La nostra società prepotente e prevaricatrice mi stava stretta, intendevo fare qualcosa di utile per cambiare le indoli dei più piccoli e, vista la mia passione per la scrittura, ho pensato di scrivere racconti per loro. Volevo ambientarli tutti in una scuola perché la mia visione del progetto era ad ampio spettro e avevo messo in conto la possibile realizzazione di una serie Tv (ancora non è stata ideata, ma in futuro magari, chissà) dove nello stesso ambiente scolastico, potessero comparire i vari protagonisti. E così, ho pensato ad una scuola che svelasse un po’ di sé in ogni testo e che potesse essere un punto di transito dei personaggi.
Anche gli ambienti familiari dove vivono i bambini dei miei racconti sono luoghi che vengono descritti. In alcuni casi sono regni armoniosi dove risulta bello vivere, in altri sono posti poco accoglienti e diseducativi.
In tutti i miei libri per bambini le scene importanti per lo sviluppo della storia si svolgono in un posto ben preciso. In Rino Cazzottino, ad esempio, il cambiamento del protagonista inizia in un prato dove si trova l’albero dei rimedi. Solo chi abita a Chieri (il paese dove vivo) o nei dintorni può provare a cercare questo luogo perché, nella storia, ho inserito alcuni riferimenti paesaggistici evidenti. Molti piccoli lettori l’hanno trovato e spesso mi inviano le loro fotografie mentre abbracciano l’albero citato nel racconto.
I libri per bambini richiedono una trama forte
Definito dove ambientare la storia inizio a scrivere la trama. Per poterla tracciare devo aver ben chiaro il messaggio da lasciare (e di questo vi parlerò più avanti). Utilizzo una scaletta con i nomi dei protagonisti e con le loro particolarità caratteriali. Poi, penso alle scene da narrare dove sono coinvolti e nelle quali emergeranno le loro indoli.
Partendo dalla scaletta non mi resta poi che scrivere la storia, utilizzando un linguaggio della quotidianità, ma con le caratteristiche tipiche della fiaba. Nei Racconti di bambini maleducati, infatti, c’è sempre un protagonista, spesso buono anche se non è una regola, un antagonista che non si comporta bene o che ostacola il protagonista, un aiutante che cerca di supportare il protagonista e un personaggio magico che contribuisce a risolvere una situazione o un problema.
Creo nel racconto un momento iniziale che è utile per la presentazione dei personaggi e inizio a descrivere il disagio di partenza. L’eroe delle mie storie raggiunge il suo obiettivo quando riesce a sistemare la difficoltà che lo vede coinvolto. Mi piace inserire anche filastrocche o formule magiche per aiutare i bambini a memorizzare la trama.
Il ruolo dei protagonisti nei libri per bambini
Il momento più bello lo vivo quando mi compaiono davanti i vari protagonisti. Succede sempre all’improvviso, o quando meno me lo aspetto. Non so se dipende dalla mia fervida fantasia, ma in quell’istante mi sembra proprio di vederli accanto a me. Nel corso degli anni, mentre ero al lavoro, personaggi fantastici si presentavano alla mia mente e mi suggerivano le trame delle loro storie. Io di mestiere sono sempre stata una consulente del lavoro e per contegno, visti i panni seri che indossavo, cercavo di far finta di non vederli. Provavo a pensare ad altro per mandarli via, ma loro non desistevano. Si calmavano solo quando prendevo la penna in mano e iniziavo a scrivere i loro nomi e la loro provenienza. Le ragazze del mio ufficio venivano sempre coinvolte dalle continue mie visioni. Non riuscivo a stare zitta neanche in quei momenti. All’inizio pensavano che fossi matta, ma poi hanno capito che quelle storie erano frutto di un’ispirazione e che il mio destino sarebbe stato quello di scriverle all’interno di libri per bambini.
Vera la Mongolfiera, Rino Cazzottino, Jack la parolaccia
Vera la Mongolfiera, la mia bambina cicciottella, mi è apparsa mentre mangiava una ciambella proprio quando ero seduta alla mia scrivania. I suoi occhi grandi e le sue guanciotte sembravano uscite dalla copia del quadro di Botero che avevo appeso di fronte a me. Lo zucchero del suo dolce prelibato mi sembrava di vederlo sparso sulla tastiera del mio pc. Durante una gita in montagna, invece, mi è apparsa la sua amica Vanessa, la farfalla magica, pronta a supportare la piccola Vera nella sua avventura.
Rino Cazzottino si è presentato in una giornata uggiosa. Tuoni, lampi facevano luce e rumore nel cielo sopra la mia finestra. Poco dopo è comparso Rino con i suoi pugni ingovernabili e i suoi occhi tristi, segno della difficoltà di non saper cambiare atteggiamento nei confronti di chi veniva in contatto con lui.
Durante un pomeriggio al parco giochi ho incontrato Giacomo di Jack la parolaccia con i suoi genitori. In questo caso erano persone reali che hanno ispirato la mia storia. Per molte notti ho continuato a pensarci e ho faticato ad addormentarmi, tanta era la preoccupazione di perdere il filo della trama che avevo in testa e la voglia di trascriverla su carta il prima possibile.
Stella, Clemente e i personaggi di Anouar è nero
Stella, con la sua carrozzina intelligente, si è fatta viva un sabato pomeriggio mentre passeggiavo sulle rive del Po. Non è arrivata da sola, con lei c’era Clemente, il prepotente, con la felpa tirata su, la rabbia e tutti i suoi problemi esistenziali. Li ho accolti a braccia aperte e ho pensato di farli incontrare proprio nel circolo di canottaggio dove mi trovavo in quel momento, pronti per dar vita a Stella, Clemente e la sedia magica.
Poi, mi è capitato anche di imbattermi in alcuni personaggi della storia prima ancora dei protagonisti. Ed è quello che mi è successo nella realizzazione del libro Anouar è nero: prima di conoscere il bambino ho incontrato in una gioielleria Ciuchi, Olly e Palù, i tre cani presenti nel racconto. Sono state proprio le proprietarie del negozio a parlarmene, ho preso spunto dalle loro caratteristiche e creato una storia che mettesse in risalto le rispettive capacità. Rafaél, il mendicante spagnolo sempre di questo testo, l’ho conosciuto in una notte di poco sonno e tanta lettura. Volevo parlare ai bambini della figura di un emarginato, ma non sapevo come introdurlo. Stavo leggendo un libro che parlava di una famiglia di gitani. E così, con il suo cappello e una meravigliosa chitarra, ha bussato alla porta il mio triste musicista. Quella notte ho sentito suonare la melodia delle sue note e ho visto Constanza, la moglie di Rafaél, ballare il flamenco proprio per me.
Le V.I.P. bambine bullette, Rossella la Viperella e C.A.C.C.A. Cullen
Le ragazzine del libro Le V.I.P. bambine bullette sono nate al mare mentre passeggiavo in acqua con una bambina. La piccola mi stava raccontando quello che le era successo con una sua amica e voleva da me qualche consiglio. Da uno schizzo d’acqua salata ecco arrivare Virginia, Iris e Petra. I loro nomi in realtà non erano così ben definiti, solo dopo aver abbozzato un loro disegno, ascoltato le loro storie, ho capito come avrebbero dovuto chiamarsi e il giorno dopo sono anche riuscita a dare dei suggerimenti alla bambina del mare.
Una sera mentre leggevo un libro a mio figlio più piccolo, si è presentata Rossella con la sua lingua biforcuta, e l’appellativo Rossella la Viperella era proprio il più indicato per lei.
Carl Albert Clark Caleb Abel Cullen, detto C.A.C.C.A. Cullen, è uscito dalle coperte di un bel lettone. Ero con mio figlio primogenito, all’epoca piccolino, quando è arrivato questo scozzesino dai cinque nomi, con l’ambizione di insegnare che anche le prese in giro per via di un nome bizzarro possono fare male.
Nei libri per bambini l’elemento magico cattura l’attenzione
Ho qualche difficoltà in più a riconoscere l’elemento magico perché non mi appare con la stessa facilità dei protagonisti. Quando arriva capisco che è quello giusto se le mie dita continuano a battere sulla tastiera e a formulare nuove vie d’uscita per migliorare la vita di questi bambini, spesso vittime dei bulli. In ogni storia la magia ha un ruolo molto importante e serve per catturare l’attenzione di un piccolo lettore, se no dopo due pagine si annoierebbe. Spesso è proprio questo elemento fantastico a far trovare soluzioni ai bambini e a condurli a pensare che c’è sempre un modo di cambiare in meglio.
Capirete bene che con tutte queste “visioni”, devo essere preparata ad annotarle in fretta. Ecco perché viaggio sempre con un taccuino e una penna nella borsa, anche se ultimamente non disdegno nemmeno di appuntarmi tutto sul notes del mio cellulare.
Scrivo libri per bambini per lasciare un messaggio
Il messaggio da lasciare ai bambini è sempre stato il focus del mio scrivere. Sono spaventata dalla prepotenza e vedo un mondo di adulti intento a diffondere questo atteggiamento. La naturale conseguenza è che con questo esempio i figli imparano che con la prevaricazione si ottiene tutto. Invece, io vorrei raccontare e divulgare la tolleranza.
Mi destabilizza la diffusa volontà di prendere in giro per denigrare i difetti degli altri. Questo atteggiamento fa venir meno l’autostima a chi lo subisce e rende il bambino insicuro. Molto spesso si viene condizionati dal giudizio altrui e si arriva a rinunciare ad essere sé stessi. Io punto con i miei libri a far riflettere sulla nostra unicità come esseri umani e a spronare chiunque a valorizzarsi.
La violenza verbale e fisica sono due campanelli di allarme che suonano tutti i giorni. È necessario insegnare che picchiare qualcuno non è mai uno scherzo. L’uso sbagliato delle mani e delle parole deve essere compreso fin da piccoli per evitare di crescere come adulti violenti. Così, ho scritto di bambini che parlano male, insultano e picchiano perché non sanno contenersi e attraverso ognuno di loro ho parlato della possibilità di cambiare.
È importante educare i bambini all’attenzione verso gli altri, insegnando a casa e nelle scuole l’empatia, con l’obiettivo di formare una società più coscienziosa e responsabile. Tratto anche di questo nei miei libri e il mio messaggio vuole spingere i più piccoli a diventare attenti verso il prossimo e verso il nostro pianeta.
Illustrazioni: impronta di uno stile
La scelta delle immagini del libro è molto importante perché i bambini piccoli sono attirati spesso più da quelle che dalle parole, soprattutto se il loro approccio alla lettura è iniziato da poco. Ogni libro però ha una sua anima e io volevo avesse anche un suo stile.
In Jack la parolaccia ho dato l’incarico per la realizzazione dei disegni ad un fantastico street writer. Avevo bisogno di un visionario per dar un volto a una parolaccia e a un dizionario. Emanuele Mannisi, in arte Orma il viandante, con il suo stile è riuscito a realizzare degli splendidi disegni di Jack.
Per Vera la Mongolfiera, invece, avevo la necessità di un tratto morbido, un po’ nostalgico e Stefano Bonfatti faceva al caso mio. Lui è un ritrattista che utilizza la tecnica di disegnare sul legno con la fiamma ossidrica. Dopo avergli commissionato un quadro per il nostro testimone di nozze ho capito che volevo che Vera fosse disegnata da lui.
Tratti diversi per suggestioni differenti
Per Rino Cazzottino il testimone è passato a Pietro Orta, un giovane liceale con doti artistiche notevoli. Ho affidato a Pietro anche il quarto libro Stella, Clemente e la sedia magica e il quinto Anouar è nero perché volevo sperimentasse in ogni libro delle tecniche diverse.
Poi sono passata al tratto semplice, ma incisivo di Vichi Loriatti, una poliedrica ragazza che ha dato vita alle Le V.I.P. bambine bullette. I suoi disegni sono tra quelli più riprodotti dai bambini.
Quando gli illustratori sono i bambini
Per la realizzazione di Rossella la Viperella e C.A.C.C.A. Cullen ho indetto un contest artistico in alcune classi delle scuole medie di vari paesi per trovare il disegnatore o la disegnatrice di ogni libro. E ho scoperto che è molto bello far interpretare le storie dai ragazzi stessi e, anche se non sono professionisti, hanno saputo rendere i disegni dei capolavori, veicolare i messaggi ai loro quasi coetanei e utilizzare il programma scolastico di arte per il raggiungimento di un obiettivo concreto.
I soggetti li creano i vari disegnatori in base alla loro fantasia. A parte il primo libro, dove per me era tutto nuovo, per gli altri ho deciso di dare ai disegnatori uno story board delle scene che volevo fossero disegnate, per facilitare i compiti e anche per velocizzare i processi.
Il finale come arriva
In tutti i miei libri per bambini il finale arriva dopo aver fatto affrontare al protagonista una specie di viaggio dell’eroe. Non sempre tutti i vari personaggi del racconto hanno un risvolto positivo, perché come nella vita reale, il cambiamento non avviene in tutte le persone. Chi non cerca di modificarsi e non si mette mai in discussione perché radicato nelle proprie idee, non va a finire nel migliore dei modi.
Una particolarità dei miei racconti è data dalle note finali nelle quali svelo cosa succede dopo ai vari personaggi comparsi nella storia. Quando ero piccola non mi accontentavo dei libri che finivano con la classica frase: e vissero felici e contenti. Io volevo sapere cosa accadesse in seguito. E visto che da bambina volevo già fare la scrittrice, mi ero ripromessa che i miei libri avrebbero appagato questo genere di curiosità. Ho scoperto poi che l’interesse per il sequel è comune ancora oggi in molti bambini. Le note finali, che svelano il destino dei personaggi oltre la storia, sono il mantenimento di una promessa fatta alla Chiara-bambina che ancora ho dentro di me e sono un marchio di fabbrica della collana dei Racconti di bambini maleducati.
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