Hai deciso di avviare una tua narrazione digitale sui social e più in generale su Internet; sei pronto a farlo in modo coerente e ben organizzato.

Il tuo obiettivo è valorizzare la tua professionalità e trovare un tuo pubblico.

È il caso di un qualsiasi imprenditore, o professionista, il cui scopo – legittimo – è
vendere e generare profitto. Ma è anche la situazione dell’aspirante scrittore che
cerchi l’attenzione di un editore o voglia promuovere il proprio progetto editoriale.

Forse hai letto l’articolo Piano editoriale e metodo per raccontarti sui social in cui
spiegavo cosa fosse un piano editoriale, strumento cardine di una strategia di
storytelling. In quell’occasione mostravo quanto una narrazione di se stessi sul web
sia una scelta opportuna e utile, se ben strutturata.
Se hai fatto tuoi i miei consigli ed hai provato a cimentarti nell’impresa, ti sarai forse
accorto che, nonostante scrivere sia una tua attitudine, mantenere il ritmo del tuo
personale storytelling non è sempre così semplice.

Il metodo SIEPE può aiutarti a trovare le idee per generare contenuti ogni volta
diversi.

Uno schema che accende l’ispirazione

Un veloce promemoria: ho ideato il metodo SIEPE per aiutare chi gestisce un piano
editoriale per i social. È una tecnica che suggerisce, con le cinque lettere che
compongono il suo nome, cinque categorie di contenuti narrabili, ideali per
intercettare l’interesse di chi incontrerà i tuoi testi.

Le categorie sono:

– Soluzioni,

– Ispirazioni,

– Emozioni

– Persone,

– Eventi.

Ciò che leggiamo desta la nostra attenzione soprattutto quando fornisce soluzioni a
un problema, ispira qualche nuova idea, tocca le corde dell’emozione, racconta
persone oppure parla di eventi.

All’interno di questi cinque macro argomenti si tratta adesso di calare il tuo racconto
quotidiano, trovare cioè gli episodi che creino la narrazione e il legame con il
pubblico, stimolare il suo interesse.

Per farlo ti mostro ora il cosiddetto SCHEMA SIEPE, tabella su tre colonne che ho
elaborato per accendere l’ispirazione e generare storie.

Puoi scaricare e stampare la versione PDF più recente iscrivendoti – gratis – al
Club Raccontare le Imprese, un’iniziativa mia e dei miei colleghi con cui cerchiamo di
diffondere cultura della narrazione nell’ambito delle piccole attività professionali.

 

 

Nella prima colonna da sinistra trovi le cinque parole che costituiscono i macro
argomenti di cui sopra: vanno tutte sotto il titolo di Filone narrativo.

Ma quella su cui richiamo ora la tua attenzione è la seconda colonna, la Chiave
narrativa.

È composta da cinque caselle, ciascuna accoppiata in orizzontale a una delle cinque
della colonna Filone narrativo e contiene una serie di parole. Si tratta di spunti,
suggestioni per aiutarti a ripescare nella memoria episodi, fatti, ricordi, esperienze
di vita che possono tornare utili per elaborare un post o un articolo del tuo blog.

Parole che si combinano in modo diverso suggeriscono racconti nuovi

La matematica ci insegna che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia;
per le parole e i racconti questa proprietà non vale, perché cambiando l’ordine dei
termini del discorso, il discorso cambia.

Ciò significa che, a seconda della chiave di lettura che applichi ad un episodio di vita
o a un’esperienza professionale, puoi ottenere racconti diversi (e anche diversi
racconti).

Ti faccio un esempio: partiamo dallo Schema SIEPE e prendiamo in considerazione la
prima colonna: Filone narrativo – Soluzioni.
Quando si parla di soluzioni ci si riferisce ad un problema. Qual è uno dei problemi
più frequenti in cui incappa chi scrive? Il blocco dello scrittore.
Bene: hai trovato un macro argomento di cui parlare.

Passiamo adesso alla seconda colonna, Chiave narrativa, e scegliamo, tra quelle
indicate, la parola Tecnica.

Potresti scrivere un testo in cui racconti di quella volta in cui ti sei bloccato davanti
alla pagina bianca e della tecnica di cui ti sei avvalso per superare l’impasse.

Ma lo stesso argomento – il blocco dello scrittore – potrebbe essere trattato anche
in chiave emozionale (Filone narrativo – Emozioni), magari facendo ricorso ad un
Aforisma (parola che compare nella colonna Chiave narrativa).

Come vedi le variabili sono infinite e lo schema SIEPE può aiutarti ad accendere
l’ispirazione, a creare associazioni di idee, a sperimentare differenti prospettive, a
ritrovare pensieri sopiti nei tanti cassetti della mente e alimentare così la tua
narrazione digitale.

È una questione di allenamento e lo schema SIEPE può rappresentare il tuo
personale mind trainer.

Formula narrativa: il vestito della tua narrazione digitale

Resta da analizzare la terza colonna dello schema, intitolata Formula narrativa,
creata per ricordare che la narrazione può assumere tante forme, quella della parola
scritta, dell’immagine, del video. Quando racconti, puoi cambiare vestito, struttura,
sequenza, puoi soffermarti su un particolare per poi spostarti su una visione più
ampia. Insomma non c’è mai un solo modo per raccontare una storia.

Plume Shake, il combinatore casuale di opzioni narrative

Gianni Rodari ce l’ha insegnato: con le parole si può giocare, basta un binomio
fantastico e un po’ di immaginazione e nascono storie sorprendenti.

Il principio che sta alla base di Plume Shake è lo stesso. Se sei costretto a trovare il
nesso tra parole che ti sono state assegnate in maniera del tutto casuale, la mente
lavora per cercarne uno e vincere la sfida.

 

Plume Shake è una web app, un combinatore casuale. Funziona come una slot
machine: mescola e restituisce le opzioni narrative delle tre colonne del metodo
SIEPE e ti propone una sequenza sempre diversa di parole a cui ispirarti quando le
idee scarseggiano.
Vuoi provare?

Allora entra qui e premi il pulsante Shake.

Serve una mente pronta a cogliere gli attimi che raccontino una storia personale e
professionale. Per questa ragione Plume Shake è un gioco, sì, ma da prendere sul
serio.

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