Pseudobiblia: libri immaginari che diventano veri

La manomissione delle parole di Gianrico Carofiglio è un libro nato due volte: prima di essere pubblicato come volume reale, dotato di una sua esistenza fisica, è stato infatti un’opera immaginaria. Nell’introduzione, lo scrittore ne racconta la genesi: il libro compare per la prima volta all’interno di un altro suo romanzo, Ragionevoli dubbi, quando il protagonista si reca in libreria e sfoglia qualche pagina di un testo di un anonimo autore, intitolato appunto “La manomissione delle parole”, riportandone anche alcuni estratti. Il successo di questo libro inesistente, testimoniato dai messaggi di tanti lettori che non riuscivano a trovarlo e gli chiedevano quindi come procurarselo, unito al desiderio, rimasto in lui latente, di scriverlo davvero, lo hanno spinto a trasformarlo in un libro reale. Carofiglio non è l’unico autore ad aver prima immaginato e poi scritto realmente un’opera letteraria – basti pensare, per esempio, ad Animali fantastici e dove trovarli di J.K. Rowling, il testo di zoologia magica citato nei romanzi della saga di Harry Potter tra i manuali di riferimento per gli studenti della scuola di Hogwarts – ma la maggior parte degli scritti che appaiono all’interno di altri libri restano tali. Non sorprende, dunque, che esistano interi cataloghi di volumi inesistenti, titoli e titoli di potenziali capolavori che sopravvivono solo come citazioni in altri libri: testi scritti da uno dei personaggi, per esempio, oppure opere in cui si imbatte qualcuno dei protagonisti, e che magari diventano parte integrante della vicenda raccontata. Vediamo insieme alcuni esempi di libri immaginari che, almeno ufficialmente, non si trovano sugli scaffali di nessuna reale libreria.

Pseudobiblia: classici mai scritti

Secondo lo scrittore statunitense L. Sprague de Camp, che ne parla in un articolo del 1947 intitolato appunto “Unwritten Classics”, tra i libri che non esistono (perché non portati a termine, perduti, apocrifi o falsamente attribuiti) c’è una categoria particolarmente misteriosa, quella degli pseudobiblia: libri citati in altri libri che, nonostante non siano mai stati scritti, hanno avuto un incredibile successo letterario, al punto da generare teorie su una loro reale e segreta esistenza. Il più antico è il “Libro di Thoth”, un testo profetico dai poteri occulti menzionato per la prima volta in un antico racconto egiziano, in cui si diceva che fosse stato scritto dal dio egizio Theuti in persona (in greco, Thoth) e che avesse persino il potere di resuscitare i morti. Entrato nell’immaginario collettivo, il libro è ricomparso secoli dopo come elemento cardine di diversi racconti fantastici, e c’è chi crede ancora che si trovi nascosto da qualche parte.

In epoca più recente, uno pseudo-libro diventato famoso è senza dubbio il “Necronomicon”, menzionato dallo scrittore di letteratura horror e fantascientifica H.P. Lovecraft, che ne riporta anche qualche estratto nel suo racconto “Through the Gates of the Silver Key”. Si tratterebbe, anche in questo caso, di un libro esoterico dai poteri occulti, che sarebbe stato scritto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred nell’VIII secolo e poi tradotto in varie lingue. Nonostante si tratti di un libro immaginario, frutto dell’inesauribile fantasia dello scrittore di Providence, c’è chi continua a cercarlo nelle biblioteche di tutto il mondo.

Abiblia: libri che esistono solo nei libri

Ci sono poi libri immaginari dal carattere decisamente più innocuo, per così dire. Lo scrittore inglese Max Beerbohm, nel suo saggio del 1914 “Books within books”, li definisce Biblia Abiblia. Anche in questo caso non mancano gli esempi nella lettura fantasy – basti pensare a La storia infinita dello scrittore tedesco Michael Ende, in cui il giovane Bastian, leggendo l’omonimo misterioso libro sulle vicende di Fantàsia, ne diventa a poco a poco egli stesso protagonista – ma il ricorso a libri fittizi è frequente nei romanzi di ogni genere. Talvolta questi libri nei libri rappresentano un vero e proprio elemento chiave funzionale alla narrazione: nel romanzo La versione di Barney, del canadese Mordecai Richler, il protagonista racconta la sua storia in risposta all’accusa di omicidio mossagli dal suo vecchio amico Terry McIver nel libro “Il tempo, le febbri”, naturalmente inesistente. O ancora, ne L’ombra del vento, dello spagnolo Carlos Ruiz Zafón, la vicenda prende avvio quando il giovane protagonista Daniel trova l’omonimo testo dello sconosciuto – e mai esistito – Julián Carax.

Libri immaginari protagonisti della narrazione

Altre volte i libri immaginari diventano i veri protagonisti della narrazione. È il caso del libro di sabbia menzionato in un racconto dell’argentino Jorge Louis Borges: un misterioso volume proveniente dall’India, scritto in caratteri sconosciuti, dal numero di pagine infinito, proprio come i granelli di sabbia. Poiché non possiede né principio né fine, le pagine spuntano in continuazione dal libro stesso e ognuna di esse può essere letta una sola volta. Borges stesso ne sarebbe entrato in possesso e poi, disorientato dalla mostruosità di un tale oggetto, l’avrebbe abbandonato in una biblioteca di Buenos Aires. Curiosamente, l’idea di questo racconto è già abbozzata in uno dei suoi scritti precedenti, “La biblioteca di Babele”, in cui si parla, appunto, di un libro infinito. E che dire, infine, del geniale espediente letterario di Se una notte d’inverno un viaggiatore, in cui Italo Calvino, attraverso un surreale gioco di specchi e incastri, si diverte a inserire l’incipit di dieci romanzi immaginari dai titoli evocativi come “Sporgendosi dalla costa scoscesa” o “Senza temere il vento e la vertigine”, nessuno dei quali viene mai portato a termine? Un’opera compiuta e perfettamente coerente, in cui si celano però ben dieci testi incompiuti, che possiamo di fatto considerare nel novero dei libri inesistenti.

Libri immaginari, suggestioni vere

Forse quello che ci insegnano Borges, Calvino e tutti gli autori che amano immaginare testi inesistenti è che i libri rappresentano infiniti mondi, infinite possibilità che aspettano di essere colte e di diventare in qualche modo realtà. Perché accada la magia, dobbiamo semplicemente sfogliarne le pagine e lasciare che le storie che raccontano vivano nella nostra mente di lettori, che si traducano in immagine vivide, ma anche in nuove idee e ispirazioni. Insieme ai luoghi, ai personaggi e alle vicende narrate prenderanno vita allora anche i libri che a quelle storie appartengono: i libri mai scritti, i libri cominciati e mai finiti, i libri perduti e tutti quelli che, forse, esisteranno un giorno.​

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

 

 

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