“Di che cosa si occupa, Julita?”
“Storytelling digitale d’impresa.”
“Pubblicità, quindi?”
Ecco, questo è il genere di conversazione che mi capita di scambiare nella vita di tutti i giorni. Non immaginate quanto a volte sia difficile far comprendere ai miei interlocutori in che cosa consista il mio lavoro e come potrei essere utile per loro. Io sono quello che fa cose su internet, con i social media: materia fumosa per tanti imprenditori con cui lavoro.
Come fare a farsi capire? Raccontandolo.
L’idea nel 2012 di scrivere – con Federico Di Leva – un libro sull’argomento, intitolato “Ti ho visto su facebook”, nacque proprio da questa riflessione. E così fu anche per il successivo, “Raccontare le imprese“, nel 2017. Due testi – leggeri ed entrambi auto-prodotti – su temi professionali, per spiegare al lettore perché guardare al web e le opportunità che offre. Gli stessi argomenti che ogni giorno porto alle persone che incontro.
Ne valeva la pena?
Scrivere è stata in entrambi i casi un’avventura tanto entusiasmante quanto faticosa: scrivere per gli altri significa innanzitutto chiarire a se stessi, andare al nocciolo delle questioni. Saltano fuori le motivazioni, quelle vere. Significa documentarsi, approfondire, colmare lacune, accrescere le proprie competenze. E poi c’è la stesura, la revisione, la grafica, l’impaginazione. S’impara tanto quando si scrive un libro.
E ci si emoziona, sì perché è un piacere condividere conoscenze ed esperienze.
Un libro non è mai un prodotto qualsiasi, anzi non è per niente un prodotto. Quei due libri in particolare rappresentano per me due cose: l’amore per il mio lavoro fatto pagina e la testimonianza della mia professionalità fissata nel tempo.
Scrivere un libro sul nostro lavoro o sull’azienda che abbiamo creato consente – a noi per primi e poi agli altri – di capire quale sia la cifra del nostro operare, che cosa ci distingua da chi svolge le stesse funzioni. Un’ottima base su cui costruire un rapporto di fiducia.
Se ho guadagnato dai libri che ho scritto?
Sì, ma non in termini economici, perché non si fanno i soldi a scrivere libri.
Ho guadagnato in consapevolezza, la mia e quella di chi mi ha dato la gioia di leggermi. Perché loro hanno capito che no, non mi occupo di pubblicità, ma di Storytelling digitale d’impresa. È tutta un’altra cosa.