Scrittura creativa: forme e modalità espressive

 

Cos’hanno in comune La Divina Commedia, Frankestein, l’Amleto, lo slogan “Che mondo sarebbe senza Nutella?”, le poesie di Neruda, questo articolo e il discorso di Steve Jobs a Stanford?

Nulla, penserete voi.

Risposta sbagliata.

Sì, perché questi sono tutti esempi di scrittura creativa.

Siete confusi? Beh, permettetemi di fare chiarezza.

La scrittura creativa non è che quella forma di scrittura legata alla dinamica del pensiero, libera, di conseguenza, da qualsiasi pratica immediata, finalità evidente o funzione tecnico-professionale, giornalistica o accademica.

Non è errato far coincidere la definizione di scrittura creativa con quella di letteratura, se non fosse che, oltre alla narrativa (e, più in generale, a tutto lo scrivere “artistico”) di cui fanno parte romanzi, racconti, novelle, fiabe, favole, questa includa anche canzoni, soggetti per il teatro e il cinema, spot pubblicitari, plot di videogiochi, e molto altro ancora.

 

Questione di obiettivi

Ciò che differenzia la scrittura creativa da ogni altra tipologia di scrittura è l’obiettivo che si prefigge: quello di raccontare una storia che prenda forma attraverso il processo creativo dell’autore, il quale, partendo da un’idea e coinvolgendo all’interno di essa il suo mondo interiore, la sviluppi andando alla scoperta di sé stesso.

Possiamo dire, quindi, che lo scrivere artistico sia un’espressione del proprio io, una dimensione dell’essere, uno stato esistenziale. Non solo implica uno sforzo da parte della nostra mente, ma è in grado di liberare numerose altre energie: la creatività, l’emotività, la tensione espressiva e la visionarietà del nostro sguardo sulla realtà che ci circonda.

Scriviamo anche, e soprattutto per ricercare noi stessi. Per colmare le nostre lacune, per “trovarci” attraverso le parole, per conoscerci e riconoscerci.

Studiare e praticare creative writing non significa solamente apprendere le diverse tecniche narrative, ma anche quel modus operandi che indirizzerà chi scrive a individuare all’interno di sé quella parte talentuosa indispensabile alla realizzazione di un’opera letteraria.

A cosa serve un corso di scrittura creativa?

Oltre alla ricerca e al perfezionamento del proprio stile, tra gli obiettivi di un corso di scrittura creativa ci sono anche l’apprendimento delle principali tecniche narrative, lo sviluppo di senso critico nella lettura, ma anche un miglioramento della propria autoconsapevolezza e, perché no, l’utilizzo della scrittura come strumento di terapia.

Lo studio della scrittura creativa, inoltre, può essere utile sia agli scrittori emergenti (per superare il blocco dello scrittore, allenare la fantasia o ritrovare l’ispirazione), sia a chi è appassionato di scrittura e desidera migliorare le proprie capacità narrative.

Il lavoro che si svolge durante un corso di scrittura creativa si articola su diversi elementi: la parte teorica dell’insegnamento comincia con l’elaborazione di un testo nel quale si tiene conto di alcuni fattori fondamentali come il linguaggio e lo stile, la trama, i personaggi e l’ambiente, il tempo della narrazione, il ritmo, l’intreccio, la tensione narrativa, e ancora, i colpi di scena, i conflitti e i dialoghi.

Nella fase pratica del lavoro, invece, vengono applicati gli strumenti narrativi acquisiti durante l’apprendimento teorico attraverso esercitazioni, correzioni e confronti. Questo è il momento in cui viene incoraggiato l’allenamento all’organizzazione del lavoro e all’ispirazione creativa, per poi indirizzare gli aspiranti scrittori verso un percorso narrativo coerente e personale.

Scrittori si nasce o si diventa?

 

Me lo sono chiesta tante volte. E ho capito che non esiste una risposta corretta a questa domanda.

È indubbio che la predisposizione per la scrittura sia un’attitudine personale e che fattori come la sensibilità, il talento, la creatività e l’originalità siano doni innati. Su questo penso ci sia poco da discutere. Una scuola di scrittura, tuttavia, può aiutare ad affinare queste inclinazioni, a far apprendere tecniche interessanti che stimolino la nostra forza espressiva.

È possibile, per esempio, imparare a raccontare meglio una storia, svilupparla con più suspense, arricchirla di ritmo narrativo in modo da coinvolgere maggiormente un lettore all’apparenza disinteressato. A volte basta davvero poco per trasformare uno scialbo esperimento in una pagina valida: un cambio di punto di vista o di voce narrante, una descrizione studiata nei minimi particolari, un sinonimo o addirittura l’eliminazione di tutti quegli orpelli che, anziché migliorare la narrazione, spesso la appesantiscono rendendola molto meno autentica e più lontana da noi.

Studiare la scrittura è un buon punto di partenza se si desidera rendersi conto delle proprie capacità: può servire ad abbattere le nostre censure mentali e i nostri muri di paura, a superare il panico da “pagina bianca”, a espandere l’immaginazione sfidando i propri limiti.

 

Dalla scrittura creativa all’arte dello scrivere

 

Come si può, quindi, arrivare all’arte?

Il mio consiglio, in primo luogo, è quello di leggere molto. La lettura, che ci piaccia o no, ci permette di orientare la nostra scrittura alla scoperta di uno stile e di una voce che appartengano solo a noi.

Quando leggiamo, e soprattutto quando siamo in grado di farlo senza pregiudizi, obblighi né pretese, inneschiamo senza rendercene conto un processo che mi piace pensare somigli molto all’innamoramento: una sete irrefrenabile di conoscenza, di sana inquietudine, di emozioni nuove e sempre diverse.

La letteratura per me ha sempre rappresentato una fonte inesauribile di accrescimento vitale. Mi ha permesso di sviluppare la mia personale visione del mondo, di rovesciare gli stereotipi che la mia stessa mente aveva creato e di rinnovare tutte le mie consapevolezze.

 

Una parola sui contenuti

 

Per scrivere però, bisogna anche avere qualcosa da dire. E il talento non si presenta sempre in maniera evidente ma è una qualità che una volta scoperta va coltivata, potenziata e sviluppata. Questo tipo di urgenza non è volta soltanto a convincere chi legge, ma anche a scuoterlo, a coinvolgerlo e ad appassionarlo. A fargli percepire una seconda vita, oltre alla propria.

In merito all’insegnamento della scrittura creativa, così si espresse Vladimir Nabokov, autore di Lolita:

“[…] Uno scrittore privo di talento non può evolvere uno stile letterario di qualche merito. […] Non credo che si possa insegnare a scrivere a chi già non possiede talento letterario. Solo in quest’ultimo caso (se esiste del talento) un giovane autore può essere aiutato a trovare sé stesso, a liberare il proprio linguaggio dai cliché, a eliminare le goffaggini, ad abituarsi a cercare con risoluta pazienza la parola giusta, la sola che potrà trasmettere con la massima precisione l’esatta sfumatura e intensità del suo pensiero.”

La scrittura non solo può essere insegnata e appresa, spesso è proprio lei che ci mostra davvero chi siamo, aiutandoci a frugare all’interno della nostra anima senza la presunzione di giudicarci, fornendoci il coraggio necessario per affrontare le battaglie dentro e fuori di noi, e alimentando la nostra consapevolezza che in fondo, anche quando siamo soli, in realtà non lo siamo mai per davvero.

 

Photo by Aaron Burden on Unsplash

 

 

 

 

 

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