Se cercate idee per le vostre storie e volete fare un buon esercizio, sperimentare tecniche narrative c’è una fucina di materiale a vostra disposizione: le serie televisive.
Lo confesso, sono appassionata. Prediligo i fantasy, meglio se a sfondo mitologico. In questi ultimi tempi ci sono state serie televise che hanno fatto parlare di sé coinvolgendo un gran numero di fedeli spettatori.
Per chi scrive il mondo delle serie tv offre innumerevoli spunti, anzi, direi che c’è del gran lavoro da fare, attività di apprendimento e di crescita narrativa.
Delle più famose avrete di certo sentito: da Il trono di spade a Breaking Bad, da Sherlock a Black Mirror quest’ultimo affronta una tematica di grande attualità: quanto e come la tecnologia, i media e i social network influiscano sulla nostra vita quotidiana e quale impatto possano avere sulle nostre relazioni sociali.
Se volete conoscere le classifiche delle serie più viste potete dare un’occhiata al sito nientepopcorn. it oppure il famoso comingsoon.it.
Che cosa può trarre chi scrive da queste produzioni televisive? Quali aspetti sono davvero interessanti e utili?
La prima cosa che colpisce è sempre la storia, o meglio, l’intreccio che viene creato attraverso una concatenazione di eventi e situazioni che introducono sempre nuovi elementi tenendo desta l’attenzione del lettore.
Sarebbe molto interessante lavorare sulla struttura narrativa. Scomponendola.
Ho provato a scomporre l’ impalcatura di varie serie, ho disegnato una mappa in alcuni casi, uno story board in altri, della sequenza della storia. Da un nucleo centrale, una scena di partenza, iniziano a dipanarsi accadimenti che s’intrecciano tra loro grazie ad altri elementi via via introdotti.
Il lavoro è raffinato, ci sono trame ben costruite per nulla banali, a volte sorprendenti.
In molte serie c’è spesso una commistione delle dimensioni temporali: nel passato si trovano le cause e le ragioni di accadimenti che si svolgono nel presente.
Se avete voglia di imparare molto su come si costruisce una trama fate questo esercizio di “scomponimento e ricostruzione”. Vedrete come vengono pensati i personaggi e le loro storie perché generino sviluppi, misteri, accadimenti.
Un altro aspetto interessante è l’ispirazione creativa: numerose serie prendono spunto da fatti storici, libri, leggende già noti.
Per esempio, la serie Sherlock narra le avventure di Sherlock Holmes ed il Dr Watson nella Londra di oggi, costituisce però un adattamento dei romanzi e racconti di Conan Doyle. Un adattamento davvero ben fatto a livello di scenografie e grafiche. Sa essere sottile e sconcertante nelle trame.
Mi ha invece appassionato e l’ho apprezzata perché ben architettata la serie di The Frankenstein Chronicles: è una serie televisiva britannica prodotta del 2015, liberamente ispirata ai personaggi reali e di finzione legati al celebre romanzo gotico Frankenstein della scrittrice Mary Shelley, pubblicato nel 1818. Ancora una volta si prende ispirazione da un romanzo ma poi si arricchisce la storia, la si faa deviare verso altre vicende tenendo sempre alto il coinvolgimento del lettore; in questo caso, portandolo anche a profonde riflessioni sull’uomo e la vita biologica e spirituale.
Sto seguendo anche C’era una volta – Once upon a time – che trovo a dir poco sorprendente.
Vi spiego perché. Premetto che su tutti capeggia come tessitore della storia il personaggio di Tremotino che, nella realtà attuale della storia, è il signor Gold; è interpretato da uno strepitoso Robert Carlyle che avevo adorato in Full Monty.
C’era una volta è una serie statunitense di genere fantasy, ha avuto dal 2011 ben sette stagioni. La serie è ispirata a leggende e ad alcuni classici della letteratura fantasy e delle fiabe, si fa spesso riferimento ai film Disney. I personaggi delle fiabe, per un antico sortilegio, si trovano a vivere ai giorni nostri. Passato e presente si contaminano, emergono in continuazione nuove storie e nuovi personaggi che danno il loro contributo alla vicenda. Da un nucleo centrale si dipartono innumerevoli accadimenti che a loro volta ne gerano altri. Sì sto scrivendo anche la mappa di queta serie ma il lavoro è lungo, impegnativo anche se molto utile e appassionante.
S’impara tanto.
Siamo quindi autorizzati a passare qualche buona ora a guardare le nostre serie preferite: diventeranno materia di studio, di analisi, potremmo migliorare la nostra scrittura e la creatività.
Se qualcuno in famiglia dovesse lamentarsi rispondete come faccio io “so che non sembra, ma sto lavorando”.