Stoicismo: una filosofia che attraversa la storia

Nonostante la vita, talvolta, ci costringa in un angolo, possiamo sempre scegliere come reagire alle avversità. In alcuni il dolore e la sofferenza fanno emergere il peggio di loro, mentre per altri rappresentano l’occasione di dare il meglio.

Sono sempre stato affascinato dallo stoicismo. Tra tutte le filosofie, ritengo sia quella dotata di maggiore modernità, perseguibile nel quotidiano anche dall’uomo del terzo millennio.

La scuola stoica fu fondata da Zenone di Cizio intorno al 300 a.C. e prende il nome dal colonnato dipinto (stoa poikìle) dove erano soliti riunirsi gli studenti.

Tra gli stoici più famosi possiamo annoverare Seneca, Epitteto, Marco Aurelio, e anche, in tempi più moderni, Eric Fromm, Nelson Mandela e l’uomo di cui voglio raccontarvi la storia.

 

Viktor Frankl: uno stoico moderno

Anni fa lessi L’uomo in cerca di senso, un libro che ha completamente trasformato la mia visione della vita e dell’esistenza tutta. In questo breve articolo ho cercato di riassumere l’esperienza, il pensiero e il prezioso messaggio di Viktor Frankl, autore e psichiatra.

Un plumbeo mattino del novembre 1942, lo psichiatra Viktor Frankl venne arrestato dai nazisti e deportato nel campo di concentramento di Theresienstadt, a 60 chilometri dalla città di Praga, con lui i genitori, il fratello, e la moglie Tilly. Nei tre anni successivi fu trasferito prima ad Auschwitz, poi a Turkheim. Nonostante le malattie infettive negli anni di prigionia, tra cui il tifo e la petecchiale, Frankl sopravvisse. Non ebbero egual sorte i suoi familiari, nessuno di loro tornò dai campi di sterminio nazisti.

Frankl non si lasciò sopraffare dalla disperazione, decise invece di ricostruire il manoscritto a cui stava lavorando prima che i nazisti lo scoprissero e lo distruggessero. La possibilità di sopravvivere era a dir poco remota, mentre quella di completare e pubblicare l’opera impossibile. Tuttavia, prese la decisione di tentare aggrappandosi alla speranza.

 

Ostacoli come opportunità

Logoterapia e analisi esistenziale fu scritto su pezzi di carta racimolati e con i mozziconi di matite trovati nei rifiuti delle guardie. In quelle condizioni tutto sembrava a suo sfavore, eppure Frankl riuscì a vedere le possibilità più che gli impedimenti: e con determinazione completò l’opera. Il manoscritto, vergato su quei pezzi di carta stropicciata, avrebbe in futuro rivoluzionato lo studio della natura umana.

Durante gli anni di prigionia, Frankl ebbe conferma di una teoria che aveva sviluppato già all’età di sedici anni: cioè, che le persone capaci di dare un senso alla propria esistenza credono di avere una missione da compiere, libere di scegliere le proprie reazioni anche davanti ai brutali accadimenti della vita. Riescono a prosperare in qualunque circostanza. Inoltre, per quanto disperate possano diventare le loro condizioni, rimangono fortemente attaccate alle proprie convinzioni.

Oltre alle sue competenze e abilità, fu proprio l’esperienza dei campi di concentramento a dare valore e validità alla sua teoria.

Viktor Frankl scelse di considerare l’orribile prigionia come situazione da sfruttare a proprio vantaggio. Successivamente scrisse della meraviglia di fronte al fatto che una persona possa essere privata di tutto, ma mai della capacità di scegliere come rispondere alle circostanze.

“L’essere dotato di ragione può fare di ogni ostacolo una materia del suo lavoro e trarne vantaggio” Marco Aurelio

Nonostante la perdita degli affetti a lui più cari, egli era convinto che si potesse trovare un senso nella vita e che i dolori e le sofferenze, seppure indicibili, non fossero sufficienti ad annientare la volontà di esistere.

Egli è riuscito a creare uno spazio magico derivante dalla capacità di perseguire uno scopo, mantenendo viva la speranza di un futuro migliore.

 

Foto di Alexey Hulsov da Pixabay

 

 

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