L’appuntamento è sulle rive del fiume Piave. Nonostante sia in anticipo, lei è già lì ad aspettarmi. È di spalle, osserva il lento fluire dell’acqua dove si specchiano nuvole sottili striate di rosa. Un’immagine che mi fa pensare a un quadro di Monet.

L’amore per l’arte le è stata trasferita dal nonno violinista e pittore. Musica, pennelli e colori, hanno scandito il tempo di un’infanzia vissuta a stretto contatto con i nonni materni. Visual, NLP Coach, specializzata in tecniche di comunicazione a mediazione artistica, Beatrice Basso ama definirsi una Suminagashi Artist.

Ci sediamo su una panchina di marmo, le chiedo se vuole sapere in anticipo il contenuto delle domande che ho intenzione di porle. Risponde che non è necessario, lasciamo che la conversazione fluisca, come l’acqua del fiume. Le chiedo:

Cos’è il Suminagashi?

 

Il Suminagashi è l’arte di dipingere sull’acqua. Attraverso le tracce di inchiostro che fluttuano galleggiando si formano disegni astratti che vengono poi trasferiti su carta washi adagiata sulla superficie dell’acqua stessa. L’unicità di ogni opera è la principale caratteristica di questa tecnica.

 

Da dove viene? Ci racconti la storia di quest’arte così particolare?

 

È un’antica arte giapponese, ha la sua origine nell’anno mille, sembra sia stata tenuta nascosta per oltre quattrocento anni dalle autorità, infatti veniva utilizzata solo nella corte dell’imperatore perché si pensava che attraverso i disegni fluttuanti si potesse predire il futuro. Poi c’è una leggenda Shintoista che narra di come il Suminagashi sia stato un dono di una divinità agli uomini. Oltre a questo, dipingere sull’acqua ha una valenza spirituale: i monaci zen la utilizzano come meditazione attiva. Nel rituale i monaci danno molta importanza anche alla scelta della carta washi che per il popolo giapponese ha un significato molto potente, perché alla fine di ogni rito la carta viene bruciata e attraverso il fumo immaginano un collegamento con le anime dei defunti. Personalmente ho un forte legame con la natura e sono scrupolosa nell’uso dei materiali che devono essere in assoluto naturali, senza utilizzare addensanti chimici, mantenendo intatta la tecnica originaria.

 

Affascinante. Cosa rappresenta per te l’arte?

 

L’arte per me è sempre stata un’ancora, un punto fermo. Sono cresciuta con un nonno pittore. Mi portava spesso con lui all’Accademia di belle Arti a Venezia e in giro a visitare musei. Ho ricordi meravigliosi delle atmosfere che si respiravano in quei luoghi, pura magia.

 

Come sei venuta a conoscenza di questa arte, come è entrato il Suminagashi nella tua vita?

 

Per anni sono andata alla ricerca di qualcosa che potesse rappresentarmi. Nonostante gli studi e le varie specializzazioni continuavo a sentire un vuoto che non riuscivo a colmare. Una sera curiosando tra le varie forme di espressione artistica su YouTube sono incappata in un video, ed ecco come sono venuta a conoscenza di questa meravigliosa arte, è stata una folgorazione.

 

Qual è il ruolo dell’acqua, che significato ha per te?

 

Sono nata il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, direi una data un destino. Sono sempre stata attratta da questo elemento oltre che da ogni forma di espressione, il Suminagashi mi ha permesso di coniugare il mio elemento naturale con quello che amo fare. L’acqua è fondamentale, è vita, e ha delle sue particolarità specifiche: è trasparente, non ha bisogno di nascondere, porta sempre in superficie la verità. Le increspature e gli ostacoli non la mutano, non la sconvolgono, lei li affronta, cambia forma, si adatta e passa oltre. L’acqua è energia in movimento, se bloccata ristagna senza possibilità di espressione. Nel suo fluire cambia costantemente ma rimane la stessa, è silenzio e suono e torna sempre alla quiete. Trovo che l’acqua sia la cosa più somigliante al concetto che possiamo avere dell’anima.

 

Un libro da consigliare ai nostri lettori?

 

L’insegnamento dell’acqua, di Masaru Emoto.

 

Finiamo la nostra chiacchierata mentre il sole si avvia al tramonto, le ombre degli alberi si allungano e il fiume prende il colore della lava incandescente. Rimaniamo in silenzio a osservare lo spettacolo che la natura ha scelto di regalarci, e mi torna in mente uno dei libri che ho amato di più: Siddharta, di Hermann Hesse. L’atmosfera è di illusorietà del tempo e ciclicità del tutto.

 

Contatti:

www.suminagashiexperience.it

 

Share This