Tre atti e due tempi
Non è necessario che una storia sia intrisa di sangue per generare suspense e avvincere il lettore; quella sensazione di ansiosa apprensione che certi libri sanno evocare si può ottenere anche quando il racconto non prevede omicidi o aggressioni, ma è costruito con un’attenzione particolare per i dettagli e disseminato di indizi intriganti. Giorgio Faletti con il suo Tre atti e due tempi ce ne fornisce un esempio interessante.
L’AUTORE
Giorgio Faletti nato ad Asti nel 1950, muore nel 2014. Artista versatile, è stato un comico di successo, nonché cantautore, attore e scrittore. Con il thriller Io uccido del 2002 si impone sulla scena letteraria cui seguiranno altri romanzi e racconti. Prima di Tre atti e due tempi si ricordano Niente di vero tranne gli occhi, Fuori da un evidente destino, Io sono Dio e Appunti di un venditore di donne.
LA TRAMA
Il protagonista è Silvano Masoero, detto Silver, ex-pugile, pregiudicato e vedovo che lavora come magazziniere, ormai da trent’anni, presso una squadra di calcio di serie B, in un paese di provincia. È un uomo schivo, melanconico che, dopo aver esposto l’esistenza ai clamori della cronaca, nel bene e nel male, ora vive nell’anonimato e in preda ai sensi di colpa.
Il figlio Roberto, bomber in auge della squadra presso cui lavora il padre, sarà suo malgrado, l’innesco di tutta la vicenda che spronerà Silver a prendersi una rivalsa sul proprio destino.
Nella partita cruciale, per l’assegnazione della squadra, nel novero della serie A, il protagonista giocherà un match parallelo, in ombra, così come nell’oscurità vive il mercato della corruzione con le scommesse illegali.
DA NOTARE
Un romanzo breve dal sapore thriller quello in cui ci trasporta Silver, voce narrante della vicenda.
A partire da un prologo che racconta come se fosse scontato un contesto invece ancora sconosciuto al lettore, l’autore cattura subito la nostra attenzione e la curiosità di voler capire.
Con un linguaggio scorrevole, esplicito, magnetico e a tratti amaro Silver disegna il proprio volto psicologico e quello dell’ambiente circostante.
Il nucleo della storia si svolge in una giornata, durante i play-off della squadra di serie B. È costruito nella prima metà del romanzo, con una serie di flashback che ci accompagnano nei pensieri, nel passato, nei sentimenti del protagonista. Il ritmo di questa fase narrativa è lento e la tensione tende a sfumare, ma la voce narrante dissemina indizi con frasi anticipatorie che agganciano il lettore.
Nella seconda metà del romanzo, Silver ci conduce nel vivo dell’accadimento. Tutto si svolge nei due tempi della partita di calcio. Il ritmo e la suspense crescono, grazie all’alternarsi di azioni ben architettate. Non ci sono omicidi, ma il lettore è tenuto con il fiato sospeso mentre segue ogni passo del personaggio principale, il cui intento è di sventare un imbroglio. I colpi di scena serrati e gli espedienti di Silver si susseguono senza prevedibilità, fino alla scena finale.
INCIPIT
Quando arrivano loro tutto deve essere a posto.
Loro sono lo Sparviero, il Bambino, il Capo, lo Straniero, il Taciturno, il Nero, il Talento, lo Sfaticato. Sono il Tatuato, il Ragioniere, il Bravo Ragazzo, il Puttaniere, il Marito.
A volte l’Omo e il Dotto.
Ci sono anche quelli a cui non ho dato un nome.
Sono ragazzi che stanno salendo con l’eccitazione negli occhi e nei ragionamenti, uomini che stanno scendendo con la delusione nello sguardo, altri arresi alla consapevolezza di avere raggiunto il massimo loro consentito.
C’è chi si accontenta, chi morde il freno, chi non si rassegna.
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